Editoria, audizione informale direttore Libero a Odg Lombardia

Galimberti riafferma a Senaldi principi deontologici a cui attenersi

MAG 8, 2019 -

Roma, 8 mag. (askanews) – E’ durata circa un’ora, questa mattina, l’audizione informale del direttore di Libero, Pietro Senaldi, davanti al Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Secondo quanto riporta un comunicato, Senaldi era stato invitato per un colloquio (che non ha natura disciplinare, in quanto competenza esclusiva del Consiglio territoriale) a seguito delle ripetute segnalazioni pervenute al Consiglio da ogni parte d’Italia ad opera di cittadini, associazioni ed enti, tutte relative a titoli di apertura del quotidiano e concentrate su espressioni forti ed ambigue.

Il presidente dell’ordine della Lombardia, Alessandro Galimberti, a nome del Consiglio, ha spiegato al direttore di Libero che lo scopo del colloquio era ricordare e riaffermare i principi deontologici a cui ogni giornalista deve attenersi, anche e soprattutto nell’utilizzo del linguaggio: “L’impressione – ha detto – è che i titoli vengano spesso formulati con l’obiettivo di provocare una forte reazione emotiva del lettore, suscitando compiacimento o profonda avversione secondo la sensibilità e l’orientamento dei destinatari”.

In ogni caso “nessuno può ritenersi svincolato dal dovere di rispettare le persone oggetto dell’informazione e, allo stesso tempo, l’etica e la sensibilità di chi recepisce il messaggio veicolato”, ha aggiunto Galimberti. Il Consiglio dell’Ordine ha altresì rimarcato la assoluta libertà del giornale di scegliere temi e modalità di approccio alla notizia, ribadendo di ripudiare ogni forma di censura o di vaglio preventivo sulla linea editoriale, ma ha sottolineato che gli unici limiti alla libertà di espressione sono rappresentati dalla tutela dei diritti altrui.

Senaldi, prosegue la nota, nel suo lungo intervento ha dichiarato di non essere mai stato condannato in sede civile e penale per il contenuto dei suoi articoli (mentre in sede disciplinare ha ricevuto 2 censure e due avvertimenti, e ha altri procedimenti in corso), di non aver mai falsificato notizie né di aver mai segnalato all’Odg “macroscopiche violazioni commesse da insigni colleghi e testate” e neppure di aver mai risposto sui social o in sede giudiziaria a chi lo “offende, diffama, minaccia quotidianamente”.