Xylella, Ecsel smentisce “certezze” dell’Accademia dei Lincei

Centro europeo per Scienza, Etica e Diritto: "Tesi controverse"

MAG 4, 2019 -

Bruxelles, 4 mag. (askanews) – Le posizioni espresse recentemente dalla Commissione sui problemi della Ricerca dall’Accademia dei Lincei riguardo alla gestione dell’epidemia della Xylella fastidiosa, il batterio che sta causando gravissimi danni agli ulivi in Puglia, sono state duramente criticate oggi dal Centro europeo per la Scienza, l’Etica e il Diritto (Ecsel – European Centre for Science, Ethics, and Law). L’Ecsel smentisce in particolare l’affermazione della Commissione dell’Accademia dei Lincei secondo cui la Xylella sarebbe stata individuata dai ricercatori in Puglia “con certezza come responsabile del complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO) sin dalla prima identificazione certa del batterio, nel 2013”.

Basandosi su questa “certezza” la Commissione Lincea denunciava in una lettera pubblicata dalla stampa il 2 maggio come “la dinamica degli eventi di questa vicenda metta drammaticamente in luce alcuni aspetti disfunzionali del rapporto tra poteri pubblici e scienza purtroppo molto radicati in Italia”; questo perché, sosteneva, “si è scelto di non dare credito alle evidenze scientifiche prodotte dai ricercatori e non dare seguito alle loro precise raccomandazioni, impedendo per anni la messa in atto delle misure necessarie a fermare l’epidemia”.

In una nota, il professor Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma e direttore dell’Ecsel, giudica “controverse” queste affermazioni, osservando che sollevano “alcune perplessità”.

“E’ noto – ricorda il professor Marini – che esiste un solo articolo scientifico, pubblicato su ‘Scientific Report’ nel dicembre 2017, nel quale si mette in correlazione, unicamente mediante un esperimento condotto in laboratorio su piantine di un anno di età, il disseccamento rapido dell’olivo (Co.Di.R.O.) con l’infezione del batterio Xylella fastidiosa. E’ quindi evidente che nel 2013 non poteva esserci nessuna ‘certezza’ perché all’epoca non erano ancora stati condotti i test di patogenicità indispensabili per iniziare a comprendere l’eziologia del disseccamento”.

“A riprova di ciò – continua la nota dell’Ecsel -, il professor Giovanni Martelli (colui che ha avuto l’intuizione che nel Salento poteva esserci il batterio Xylella fastidiosa, fino ad allora non segnalato in alcun paese europeo), sul notiziario di informazione a cura dell’Accademia dei Georgofili, il 30 ottobre 2013 asseriva: ‘In conclusione, non vi sono al momento elementi che facciano ritenere X. fastidiosa come l’agente primario del disseccamento rapido dell’olivo. Essa è verosimilmente coinvolta nel quadro eziologico come compartecipe. E’ quanto si vuole accertare attraverso l’isolamento (in corso) in coltura pura del batterio, che ne consenta la definitiva ed incontrovertibile identificazione e permetta la conduzione di prove di patogenicità che possano una volta per tutte accertarne il comportamento su olivo. A ciò si aggiunga la ricerca dei possibili vettori, anch’essa in effettuazione'”.