Dl crescita, frizioni Lega-M5S sulle norme per debito Roma

Domani il provvedimento all'esame del consiglio dei ministri

APR 22, 2019 -

Roma, 22 apr. (askanews) – La travagliata gestazione del Dl crescita registra un nuovo braccio di ferro tra Lega e M5S. Il leader della Lega Matteo Salvini ha rilanciato la polemica sulla norma ribattezzata Salva Roma. “Non ci sono quelli più belli e quelli più brutti. Anche perché a Roma mi sembra ci sia un sindaco che non ha il controllo della città, dei conti, della pulizia, delle strade, delle case, quindi regali non ne facciamo”. Immediata la replica del vice ministro all’Economia Laura Castelli. “Voglio rassicurare il Ministro Salvini, non c’è nessun ‘Salva Roma, dalla lettura della norma si comprende che così viene chiusa l’operazione voluta dal Governo Berlusconi nel 2008, con un considerevole risparmio per lo Stato e per i cittadini”.

Domani al consiglio dei ministri è atteso il via libera al Dl crescita dopo l’ok salvo intesa di tre settimane fa. Negli ultimi giorni il provvedimento si è arricchito di nuovi capitoli come il dossier Alitalia e appunto le norme sul debito della Capitale. Lo schema prevede la fine della gestione commissariale del debito di Roma nel 2021. Le obbligazioni del Comune di Roma verrebbero trasferite al Mef che potrebbe rinegoziare i tassi di interesse con le banche e contestualmente lo Stato non erogherebbe più i 300 milioni di euro l’anno (ai quali si aggiungono i 200 milioni del Campidoglio) per la gestione del debito accumulato. Per il M5S e la giunta di Roma, nessun aggravio per le casse dello Stato. Anzi ci sarebbero importanti risparmi.

La Lega aveva chiesto lo stralcio della norme su Roma, mentre il M5S avrebbe offerto una soluzione di compromesso estendendo il meccanismo anche ad altri comuni. In serata fonti della Lega ribadiscono la contrarietà a “norme salva Raggi. Non esistono comuni di serie A e serie B. O si aiutano tutti i comuni e i sindaci in difficoltà o nessuno. La Lega non vota norme che creano disparità”. “Bene il decreto crescita – continuano le fonti della Lega – con le misure per i risparmiatori truffati, per abbassare le tasse alle imprese, riduzione della burocrazia per gli enti territoriali”.

Difficile tuttavia immaginare un nuovo slittamento del provvedimento che insieme allo sblocca cantieri approvato nell’ultimo Cdm rappresenta il cardine della strategia dell’esecutivo per rilanciare la crescita economica. Il provvedimento contiene il ripristino del super ammortamento del 130% sull’acvquisto di beni strumentali, la maggiorazione dal 40 al 60% della deducibilità dell’Imu sui capannoni, la riduzione dell’Ires e l’estensione della rottamazione ter a Regioni e Comuni.

Altro dossier caldo nel Dl crescita è l’Alitalia. Il provvedimento dovrebbe prevedere le norme per consentire l’eventuale ingresso del Mef nel capitale della newco confertendo parte del prestito ponte. Altra novità rilevante riguarda proprio il prestito ponte da 900 milioni. Dovrebbe essere eliminata la data di scadenza di fine giugno prossimo per il rimborso e sempre da fine giugno sul prestito non maturerebbero più gli interessi a favore dello Stato (quasi 150 milioni di euro nei primi due anni).