Vino, la lunga marcia verso Oriente di Vinitaly

La 53esima edizione dal prossimo 7 aprile a Veronafiere

MAR 28, 2019 -

Roma, 28 mar. (askanews) – L’Asia Orientale oltre la Cina al centro della 53 esima edizione di Vinitaly che apre i battenti il prossimo 7 aprile a Verona e che vede protagonisti gli operatori del settore del vino di tutto il mondo, winelovers, giornalisti ed esperti.

Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, nel corso della presentazione a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio e del presidente di Veronafiere Maurizio Danese, si è soffermato sull’export nell’emisfero asiatico, auspicando che la visita del presidente cinese a Roma possa rappresentare la via della seta per il mondo del vino italiano.

“Nella suddivisione per aree geoeconomiche – ha detto Mantovani – è lampante la crescita dei Paesi dell’Asia Orientale nell’ultimo decennio. Stiamo parlando di incrementi superiori di 11 volte sull’area Ue, di 3 volte e mezza rispetto a quella Nordamericana, del quadruplo sull’Europa extra Ue, Russia inclusa. La metà dell’import totale parla francese, e stiamo parlando di un valore di oltre 3,2 miliardi di euro. Seguono i produttori del Nuovo mondo, favoriti anche da un regime dei dazi favorevole: l’Australia – che incrementa in modo consistente in Cina – e il Cile. L’Italia, per ora, raccoglie solo il 6,5% del mercato, per un equivalente di 419 milioni di euro. Per certi versi si può affermare come il nostro gap accusato sui transalpini su scala mondiale – che è di poco più di 3 miliardi di euro – si manifesti in gran parte proprio in quest’area”.Roma, 28 mar. (askanews) – In pratica un’area commerciale di circa 1/3 della popolazione mondiale, con un valore delle importazioni di vino per 6,45 miliardi di euro l’anno e una crescita media annua registrata negli ultimi 10 anni del 12,6%. Di questo passo, secondo il nostro Osservatorio, la domanda di vino del Far East supererà entro 3 anni quella del Nord America (Usa e Canada), prima area geoeconomica extra Ue con un controvalore importato di 6,95 miliardi di euro. Di tutto questo si discuterà durante la wine week di Verona.

“Da osservatori – ha proseguito Mantovani – abbiamo però più di un motivo per credere in un positivo cambio di rotta in questa nostra lunga marcia verso l’Asia. Il clima sta cambiando sia da parte dell’offerta italiana che dalla domanda asiatica. Al recente Vinitaly Chengdu, per esempio, abbiamo riscontrato un interesse senza precedenti con il raddoppio degli espositori e un incremento convincente dei buyer. Vogliamo poter credere – ha concluso – che sia arrivato il nostro momento, che l’italianità stia facendo breccia sulla Cina, e che – al netto dei risvolti politici che non ci competono – sul piano commerciale la visita ufficiale del presidente Xi Jinping possa rivelarsi una leva importantissima per il nostro made in Italy. E quindi anche per il nostro vino”.

Mantovani ha poi ricordato che “un proverbio cinese dice ‘se la corda è lunga l’aquilone volerà alto’. Vinitaly vuole essere la corda del vino italiano in grado di collegare l’Italia con la Cina, Hong Kong, il Giappone, la Corea del Sud e gli altri Paesi: Lo faremo al prossimo Vinitaly – il più grande di sempre con oltre 100mila mq di area sold out già da novembre scorso, con 4600 espositori, dove attendiamo oltre 5mila operatori provenienti dall’Asia Orientale. Lo faremo anche digitalizzando e profilando sempre più Vinitaly, che già oggi conta sulla più grande wine library del vino italiano al mondo, con i contenuti di 4.600 aziende e 17.000 etichette tradotti in 9 lingue. Una directory che sotto evento registra 1,2 milioni di pagine viste”.Roma, 28 mar. (askanews) – La formula di Vinitaly – business in fiera, wine lover in città – sta registrando il gradimento delle aziende, confermato dal sold out degli spazi già nel mese di novembre 2018, nonostante un incremento della superficie netta espositiva disponibile. Con la riorganizzazione dei padiglioni F e 8, per la prima volta l’area netta venduta raggiunge i 100.000 metri quadrati, mentre sono oltre 130 i nuovi espositori diretti, a cui si aggiungono gli indiretti e i rappresentati, che portano il numero totale di aziende a quota 4.600 da 35 Nazioni e ad oltre 16 mila le etichette a catalogo (dati in aggiornamento). Lanciato in occasione del cinquantesimo, il progetto di separare nettamente la parte business con quella destinata al consumatore finale, ha portato il Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati a gestire una graduale diminuzione del numero dei wine lover, per i quali è stato potenziato e arricchito di iniziative il fuori salone Vinitaly and the City (5-8 aprile – www.vinitalyandthecity.com).

Due le principali novità del 2019: l’Organic Hall e Vinitaly Design, pensate per dare ulteriore impulso al progetto di una sempre maggiore specializzazione in chiave commerciale della rassegna. Organic Hall e Vinitaly Design (Padiglione F). Il primo accoglie Vinitalybio, organizzato in collaborazione con Federbio e dedicato ai vini biologici, e la collettiva dell’associazione Vi.Te – Vignaioli e Territori, che da sette anni collabora con Veronafiere per rappresentare i vini artigianali.