Draghi: benefici vigilanza palesi ma completare unione bancaria

E' aumentata la capacitĂ  di tenuta delle banche

MAR 21, 2019 -

Roma, 21 mar. (askanews) – “I benefici della vigilanza bancaria europea, giunta al suo quinto anno di attività, sono oramai palesi. Le prassi di vigilanza di 19 sistemi nazionali sono confluite in un unico modello europeo. La maggiore armonizzazione delle norme e i più elevati livelli di trasparenza hanno contribuito a creare condizioni di maggiore parità concorrenziale nel mercato bancario”. E’ quanto scrive il presidente della Bce, Mario Draghi, nella presentazione del rapporto annuale dell’attività di vigilanza.

Draghi sottolinea che “le autorità di vigilanza hanno oggi una visione molto più completa del sistema bancario. Ora è possibile svolgere un’efficace attività di benchmarking dei modelli di business e dei profili di rischio grazie al confronto tra le singole banche e un elevato numero di loro pari in tutta l’area dell’euro. Nel contempo, è possibile monitorare più facilmente le interconnessioni e gli effetti di propagazione fra paesi, avendo maggiore contezza non solo dei rischi riconducibili alla singola banca, ma anche dei rischi sistemici che possono provenire dal settore bancario”.

Questi aspetti positivi hanno contribuito ad aumentare la capacità di tenuta del settore bancario europeo. “I coefficienti di CET1 delle banche sono aumentati, passando dall’11,3 per cento alla fine del 2014 al 14,1 per cento nel 2018. In questo stesso periodo sono stati fatti progressi nella riduzione delle attività deteriorate ereditate dal passato, con una riduzione dei crediti deteriorati pari a circa 300 miliardi di euro. Anche la raccolta e la liquidità sono più stabili ora che in passato”.

Le banche continuano a confrontarsi con alcune sfide cruciali. Nel 2018 la redditività è rimasta bassa e ciò ha minato la loro capacità di erogare finanziamenti all’economia. Tra il 2016 e il 2018 le banche dell’area dell’euro che hanno conseguito i risultati migliori hanno compensato i minori margini di interesse accrescendo il credito, mentre le banche meno virtuose hanno ridotto la leva finanziaria.

Il contenimento dell’eccesso di capacità produttiva e dei costi migliora la redditività; a tal fine è necessario ridurre ulteriormente le consistenze di crediti deteriorati ancora in essere, le perdite occulte e le incertezze connesse alla valutazione di alcune attività finanziarie complesse, fra cui vanno annoverate anche, seppur non in via esclusiva, le attività di livello 3. In prospettiva, è necessario che le banche, le autorità di supervisione e le autorità di regolamentazione continuino a collaborare su questi temi, assicurandosi nel contempo che le banche applichino standard di gestione del rischio di qualità elevata.

Altrettanto importante è dotarsi di un assetto coerente sotto il profilo regolamentare e istituzionale, che renda più robusta l’integrazione transfrontaliera nel settore bancario. Ciò costituirebbe uno stimolo per il processo di consolidamento transfrontaliero e renderebbe più profonda la condivisione dei rischi fra soggetti privati all’interno dell’area dell’euro, apportando maggiore stabilità al contesto macroeconomico. Le autorità di regolamentazione e di supervisione sono chiamate a un impegno ancora maggiore per il conseguimento di un quadro prudenziale più unitario, che impedisca pratiche di ring-fencing, ovvero di protezione del capitale e della liquidità regolamentari.

Questi sforzi vanno di pari passo con l’indispensabile processo di completamento dell’unione bancaria. Per garantire che l’integrità del mercato bancario unico non venga messa in discussione la vigilanza bancaria europea dovrebbe essere sostenuta da un solido quadro di riferimento per la risoluzione e da un efficace sistema di garanzia dei depositi.