Sicilia: ambiente e territorio prioritari per 43% dei siciliani

I Territori della sostenibilità: tappa all'Università di Catania

MAR 20, 2019 -

Milano, 20 mar. (askanews) – La preoccupazione per la precarietà economica e la mancanza di lavoro, non induce a compromessi riguardo la volontà di tutelare il patrimonio ambientale, che viene percepita – in senso generale – come prima risorsa di sviluppo: è una delle possibili chiavi di lettura dei dati Ipsos sull’atteggiamento dei siciliani verso la sostenibilità. Se i dati fanno emergere da un lato che la preoccupazione maggiore per i siciliani è sicuramente quella per la precarietà economica e per l’occupazione, indicati come priorità dal 58% dei siciliani, dall’altro il 43% degli abitanti della Sicilia considera una priorità l’attenzione all’ambiente e al territorio. Se si parla ad esempio di inquinamento, il 53% dei siciliani crede che l’eccessivo utilizzo di plastica rappresenti una vera e propria minaccia e il 32% dichiara di mettere in atto pratiche per limitarne il consumo, contro una media nazionale del 28%. La Sicilia inoltre condivide con il resto del Sud la convinzione che la sostenibilità sia importante, come afferma il 95% della popolazione del Mezzogiorno.

Esempi concreti di come questo atteggiamento dalle luci contrastanti sia tradotto poi in realtà economicamente valide e virtuosi dal punto di vista sostenibile sono numerosi; e a realizzarli sono soprattutto le giovani leve imprenditoriali e dell’impegno sociale. Fra i motori di questo cambiamento c’è la Sicilian Venture Philantropy Foundation – SVPF, che da alcuni anni lavora a Catania e in tutta la Sicilia per rendere la regione un centro in cui si concentrano eccellenze ed ecosistemi economici virtuosi. Networking, conoscenza, open innovation, etica imprenditoriale e good economy sono le parole chiave dell’attività che SVPF porta avanti per sostenere le start up siciliane e promuovere l’imprenditorialità d’eccellenza. Un approccio che ha portato in pochi anni a coinvolgere 20 imprenditori locali promuovendo circa 50 start up.

Altro esempio è Laboriusa, una piattaforma di crowdfunding che nasce a Catania grazie a I Press per colmare un gap fortemente penalizzante: al Sud infatti mancava uno strumento dedicato alla raccolta fondi dal basso. È un format innovativo e sperimentale per far incontrare domanda e offerta, un modello di sviluppo le cui chiavi di volta sono valorizzazione del territorio locale e responsabilità. O ancora l’esperienza di “fairbnb”, una piattaforma di booking online, che reinveste gli utili nel territorio in cui opera, finanziando progetti a favore dei residenti, mettendo veramente in contatto host e guest, applicando in modo rigoroso le policy locali?e condividendo i dati con le autorità locali, per un turismo veramente sostenibile.

“Far diventare la Sicilia una startup island che possa offrire opportunità ed essere attrattiva per l’intera area euro-mediterranea è una scommessa che abbiamo lanciato con la nascita della Fondazione Sicilian Venture Philantropy – dichiara Elita Schillaci, professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Catania – Per vincerla è necessario puntare sui giovani e in questo è fondamentale il ruolo dell’Università che a Catania sta facendo molto per formare gli studenti alla sostenibilità e all’innovazione sociale. Chiediamo ai giovani che sviluppano progetti di nuova imprenditorialità di inserire necessariamente nei loro business plan la dimensione della responsabilità sociale e chiediamo agli imprenditori della regione di adottare i progetti dei giovani, per una reale ed efficace contaminazione di esperienze”.

Ma la spinta verso una nuova e concreta opportunità di sviluppo che poggi fortemente sulla sostenibilità arriva anche da imprese di grandi dimensioni e già consolidate. Per esempio il progetto “Oltre il Carrello – Lidl contro lo spreco” – il programma di recupero di prodotti alimentari non più vendibili secondo gli standard commerciali, ma ancora buoni e sicuri realizzato a livello nazionale dal gruppo della grande distribuzione – ha avuto proprio nel Catanese un risultato particolarmente significativo. O ancora va segnalato l’operazione di riconversione della fabbrica 3SUN di Enel Green Power, lanciata nel 2018, che consentirà al sito industriale di Catania di diventare il primo impianto a livello mondiale a produrre in esclusiva il pannello fotovoltaico bifacciale di tipo HJT, basato su una tecnologia dalle performance particolarmente elevate.

Per esplorare e portare a maggiore conoscenza le migliori esperienze in chiave di sostenibilità in Sicilia il Salone della CSR e dell’innovazione sociale fa tappa a Catania il 21 marzo, nell’Aula Magna dell’Università al Palazzo delle Scienze. Nell’ambito del tour “I Territori della Sostenibilità” – , che sta percorrendo il Paese con 12 tappe in 11 regioni – a partire dalle ore 9,30 verranno condivisi e discussi storie aziendali di csr e esperienze di innovazione sociale. I lavori saranno aperti da Elita Schillaci, professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Catania, Rossella Sobrero, del gruppo promotore del Salone, Luciano Forlani, del Segretariato ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). Il programma dell’incontro prevede anche la presentazione di “Cambio Rotta”, un libro con cinque storie di sostenibilità scritte da giovani che hanno in comune la passione per la scrittura e l’attenzione per il futuro del pianeta, e un dialogo tra Mario Barresi, capo redattore de La Sicilia, e Donato Di Donna, vicepresidente Svpf, imprenditore, e business angel Dolce Buonaspina.

Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale è promosso da Università Bocconi, CSR Manager Network, Fondazione Global Compact Network Italia, ASVIS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Fondazione Sodalitas, Unioncamere, Koinètica.