Sostenibilità: per Commissione Ue è solo quella ambientale

Tassonomia di finanza sostenibile: no a proposte di Verdi e Ppe

MAR 14, 2019 -

Milano, 14 mar. (askanews) – Sostenibilità: per la Commissione europea è un concetto ristretto al solo ambito ambientale, cioè che non comprende il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei diritti umani, e non implica il rifiuto a ricorrere a paradisi fiscali; ma in compenso può essere relativo anche ad attività delle industre estrattive più dannose per il clima – carbone e petrolio – purchè si impegnino a migliorare l’efficienza delle centrali.

E’ accaduto che la Commissione agli Affari Economici e quella all’Ambiente del Parlamento Europeo, riunite in seduta comune l’11 marzo, hanno esaminato e votato la “tassonomia” – cioè l’individuazione dei parametri e la definizione – delle attività produttive che possono essere finanziate da intermediari finanziari che vogliano definirsi di “finanza sostenibile”. In quella sede sono stati bocciati tutti gli emendamenti che chiedevano una definizione più rigorosa, includendo accanto a fattori ambientali anche quelli sociali come la tutela dei diritti umani e di governance. E anche quelli che chiedevano di non comprendere le attività “brown” – carbone e petrolio, appunto – sono stati respinti.

Il testo del regolamento sulla finanza sostenibile verrà ora esaminato in una sessione plenaria del Parlamento Europeo il prossimo il 26 marzo prima di essere portata a Commissione e Consiglio Europeo.

Per molti osservatori si è trattato di una bocciatura inattesa che di fatto ha svuotato la definizione di “finanza sostenibile”, pregiudicando le possibilità di impatto reale dell’Action Plan sulla Finanza Sostenibile cui l’Unione Europea sta lavorando da due anni. Dall’Italia Banca Etica ha espresso forti preoccupazioni per quanto accaduto. “Proprio mentre centinaia di migliaia di giovani in tutto il mondo scendono in piazza nei FridaysForFuture e avanzano richieste radicali sul contrasto ai cambiamenti climatici – ha detto dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica – la maggioranza del Parlamento Europeo si mostra ancora una volta intimidita dalle lobby del carbone e del petrolio e perde l’occasione per far sì che le ingenti risorse necessarie per invertire la rotta e imboccare la strada della sostenibilità siano messe a disposizione anche dal settore finanziario”.

Gli emendamento bocciati dalla maggioranza dei Parlamentari erano stati presentati da esponenti dei Verdi, del Ppe e dei Socialisti & Democratici nella prospettiva di dare sostanza alla definizione di finanza sostenibile seconda le definizioni più esplicite dei parametri di tutela ambientale, sociale e di governance.

“Viene da fare una domanda a chi elaborato un tale processo – ha aggiunto Andrea Baranes, componente del CdA di Banca Etica e presidente della Fondazione Finanza Etica – quale potrebbe essere un singolo esempio di finanza insostenibile? Se non lo è la speculazione, le violazioni dei diritti umani, le crisi e instabilità generate dalla finanza, nemmeno il carbone, cosa rimane fuori esattamente? Il sottoinsieme ‘finanza sostenibile’ va a combaciare con ‘finanza’?”.