L’allusione nazi dell’Ad della Volkswagen (e poi le scuse)

Imbarazzante gaffe di Herbert Diess

MAR 14, 2019 -

Roma, 14 mar. (askanews) – Mentre in Italia è polemica sulle frasi del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani su Mussolini, in Germania ha destato scalpore la stridente battuta di cui si è reso protagonista l’amministratore delegato di Volkswagen, Herbert Diess: “I profitti rendono liberi” (“Ebit macht frei”), ha affermato durante una presentazione del gruppo.

Una frase che ha subito evocato quel lugubre “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) che sovrastava i cancelli dei campi di concentramento e sterminio nazisti, come Auschwitz.

Realizzata la gravità della sparata il manager ha fatto diramare un comunicato di scuse e precisazioni. Tanto più che la storia del marchio è legata a doppio filo con il nazismo, Volkwagen è stata fondata negli anni Trenta del secolo scorso proprio sotto il feroce regime guidato da Adolf Hitler. Come se non bastasse la battuta giunge mentre la stessa casa ha appena annunciato tagli fino a 7.000 posti di lavoro (tramite blocco del turn over) nei prossimi 5 anni.

Scusandosi, Diess ha detto che aver “commesso una scelta decisamente sfortunata di parole”. Ebit è l’acronimo di utili ante imposte e spese sugli interessi (Earnings before interest and taxes). Ha spiegato che voleva mettere in rilievo la libertà di cui dispone Volkswagen grazie alla sua solida posizione di Bilancio e che mai era stata sua intenzione far riferimenti al nazismo e ai campi di concentramento.

“Non è mai stata mia intenzione che le mie frasi fossero riferite a quel contesto, non ci avevo proprio pensato”, ha detto ancora il manager, ammettendo che la sua società ha una particolare responsabilità legata al Terzo Reich. In un mercato in leggero rialzo, a tarda seduta il Dax di Francoforte segna un più 0,17 per cento, le azioni Volkswagen si attestano al meno 0,93 per cento.

Voz/Int2