Tria sulla “via della seta”

Il ministro spiega davanti ai timori Ue e Usa

MAR 12, 2019 -

Bruxelles, 12 mar. (askanews) – Sono “una tempesta in un bicchier d’acqua” le polemiche, dentro il governo italiano e fra l’Italia e gli Usa, con le perplessità anche da parte dell’Ue, sulla prevista firma di un protocollo d’intesa (“Memorandu of Understanding”) fra Roma e Pechino relativo all’iniziativa strategica infrastrutturale della “Belt and Road” (o “Nuova Via della Seta”). Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo alla riunione dell’Ecofin, stamattina a Bruxelles.

“Si sta facendo credo una gran confusione su quest’accordo, che non è un accordo e un ‘memorandum of understanding’; da quello che so, si ribadiscono principi di collaborazione di cooperazione economica e commerciale che sono presenti in tutti i documenti europei”, ha spiegato Tria. “Ovviamente – ha precisato il ministro -, nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata, e questo non sarebbe neanche nelle competenze italiane, dato che il commercio internazionale è una competenza europea; credo – ha rilevato – che si stia facendo un po una tempesta in un bicchier d’acqua”. “Detto questo – ha proseguito -, forse bisogna tranquillizzare, tenere conto di alcune preoccupazioni, ma credo che si stia creando un po di confusione attorno a questa cosa”.

A chi chiedeva se allora valga la pena, per un’intesa così blanda, di provocare l’irritazione verso il governo italiano da parte degli Stati Uniti dell’Ue (proprio oggi a Strasburgo la Commissione europea adotterà un documento sui rapporti Ue-Cina), Tria ha risposto: “Questa è una questione che non voglio discutere qui, se ne discute da parte dei ministri degli Esteri.

Io ho detto la mia opinione: la ‘belt and road’ è un’iniziativa partita nel 2013: essenzialmente – ha osservato – è una grande visione di cooperazione economica e di connessione attraverso infrastrutture fra l’Europa e l’Asia. Di per sé è chiaro che è una visione positiva; poi – ha concluso il ministro -ognuno interpreta come vuole”.

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