Previsioni Pil, Italia peggiore d’Europa, non è solo il commercio

Crescita 2019 allo 0,2%, 1 punto ribasso rispetto a stime autunno

FEB 7, 2019 -

Bruxelles, 7 feb. (askanews) – Le stime di crescita per l’Italia, secondo le previsioni economiche d’autunno pubblicate oggi dalla Commissione europea, vedono un anemico 0,2% per il 2019, il dato peggiore dell’Eurozona, nel contesto di una generale revisione al ribasso, a causa principalmente delle tensioni sul commercio internazionale. Ma mentre per l’Eurozona la revisione al ribasso per il 2019 è di 0,6 punti percentuali rispetto alle precedenti previsioni d’autunno (dall’1,9% all’1,3%), per l’Italia la riduzione è di un intero punto percentuale (dall’1,2 allo 0,2%).

“Nel 2019 – afferma la Commissione -, la crescita annua del PIL reale è prevista allo 0,2%, considerevolmente in ribasso rispetto alle previsioni d’autunno. Un rallentamento ciclico peggiore del previsto nel 2018, amplificato dall’incertezza politica interna e mondiale e dalle prospettive di investimento sostanzialmente meno favorevoli da parte delle imprese, spiega in gran parte questa revisione al ribasso. Inoltre, è probabile che il rallentamento economico più marcato registrato da parte di importanti partner commerciali abbia effetti a catena sulla manifatturiera italiana”.

“L’economia italiana – ricorda la Commissione – ha iniziato a perdere slancio all’inizio 2018 nel contesto di un più ampio rallentamento dell’area dell’euro ed è scivolata in una contrazione nella seconda metà dell’anno. Il Pil reale è calato dello 0,2% negli ultimi tre mesi del 2018, dopo una diminuzione dello 0,1% nel trimestre precedente”.

“Mentre il rallentamento iniziale – spiega l’Esecutivo Ue – era in gran parte dovuto al commercio mondiale meno dinamico, il recente indebolimento dell’attività economica è più attribuibile alla fiacca domanda interna, in particolare gli investimenti, ed è – sottolinea la Commissione – il prezzo da pagare per l’incertezza della politica economica del governo e per l’aumento dei costi di finanziamento.”

La Commissione nota, fra l’altro, che “in termini annuali, reali il Pil è cresciuto dell’1,0% nel 2018, aiutato da un considerevole effetto di riporto dall’anno precedente”.

Negative anche le prospettive per la produzione industriale: “L’attuale continuo indebolimento del settore manifatturiero, con un forte declino del ‘sentiment’ economico, non promette bene per la prospettiva a breve termine. L’attività economica è probabile che rimanga anemica nella prima metà del 2019”, conclude la Commissione.