I micromovimenti dell’occhio essenziali per la percezione

Studio dell'IIT apre nuovi scenari di studio e anche di cura

FEB 6, 2019 -

Milano, 6 feb. (askanews) – I micromovimenti dell’occhio, fino ad oggi considerati inutili o addirittura dannosi, sono in realtà fondamentali per l’elaborazione dell’informazione visiva e, in particolare, l’identificazione dei contrasti, fino ad oggi attribuita unicamente all’asse occhio – cervello. E’ il risultato di una ricerca portata avanti da Antonino Casile – ricercatore del centro IIT di Ferrara – insieme ai colleghi Michele Rucci dell’University of Rochester (Usa) e Jonathan Victor del Weill Cornell Medical College (Usa).

Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale eLife, permette di avere una conoscenza più completa del sistema visivo e del suo funzionamento e di compiere passi avanti nella comprensione di patologie in cui questi movimenti sono anormali. Quando osserviamo una scena o un oggetto abbiamo la percezione di un’immagine stabile, questa impressione di stabilità tuttavia contrasta con quello che accade realmente sulla retina, dove la proiezione degli stimoli visivi è tenuta in costante movimento da piccoli movimenti oculari noti come movimenti di fissazione che persistono anche quando fissiamo un punto immobile. “Il meccanismo è simile a quello che avviene per il senso del tatto – spiega Antonino Casile, ricercatore IIT – Per percepire i dettagli della superficie di un oggetto infatti, non ci limitiamo ad appoggiare i polpastrelli su di essa ma li facciamo anche oscillare con dei piccoli movimenti”.

Per capire il ruolo dei micro movimenti oculari nella percezione visiva, e nello specifico per l’identificazione dei contrasti, i ricercatori del team internazionale Casile – Rucci – Victor hanno simulato al computer le risposte dei neuroni della retina sottoposti a stimoli visivi usati in test standard di percezione visiva confrontandole con la percezione visiva riportata da soggetti umani esposti agli stessi stimoli. Il confronto ha mostrato che, in assenza di movimenti oculari, le attività neuronali simulate differiscono drasticamente dalla percezione visiva dei soggetti umani. Tuttavia, aggiungendo i movimenti di fissazione ai modelli teorici, le risposte neuronali sono predittive delle risposte visive dei soggetti in un vasto range di condizioni sperimentali.

Questo risultato indica che la percezione visiva, non è unicamente un processo sensoriale da attribuire all’asse occhio – cervello, ma ha intrinsecamente anche una componente motoria determinata dai movimenti oculari. A livello clinico questa evidenza suggerisce un potenziale nuovo approccio ad alcune patologie connesse a disturbi della percezione visiva che fino ad oggi si pensava fossero causate da un malfunzionamento dei meccanismi neuronali della retina o di altri stadi del sistema visivo. “Esistono alcuni disturbi percettivi come per esempio la dislessia, – dichiara Antonino Casile – che oggi vengono attribuiti unicamente a malfunzionamenti dei meccanismi neuronali della retina o di altri stadi del sistema visivo. Questi disturbi sono però associati in maniera consistente anche ad anomalie dei movimenti oculari, componente che viene solitamente ignorata. Il nostro studio suggerisce che la loro comprensione e trattamento potrebbero beneficiare di un nuovo approccio che prenda in considerazione anche la componente di disturbo motorio”.

“Questi risultati – conclude Michele Rucci, professore all’Università di Rochester- costituiscono il più recente tassello di una serie di ricerche che negli ultimi 15 anni ha rivelato una sorprendente capacità di controllo motorio nell’umano. La realizzazione che questi piccoli movimenti oculari contribuiscono alla percezione è importante non solo per comprendere il funzionamento del sistema visivo nell’uomo, ma anche per lo sviluppo di nuovi e più efficienti sistemi di visione artificiale.”