UniCredit, Mazzucco: Mustier guarda a fusione in Europa

Presidente Cariverona, grande azionista istituto: Francia? Non solo, forse Regno Unito o Spagna

GEN 30, 2019 -

Torino, 30 gen. (askanews) – “Sono abbastanza convinto che Mustier voglia fare qualche operazione” di aggregazione in Europa. Lo ha detto Alessandro Mazzucco, presidente di CariVerona, fondazione azionista di UniCredit, a margine della presentazione delle linee guida della compagnia di San Paolo di Torino.

“Abbiamo parlato – ha riferito Mazzucco – di politica internazionale quando ci siamo incontrati, e lui è molto consapevole del fatto che le relazioni che il nostro governo sta costruendo con la Francia non aiutano”. Quindi, secondo Mazzucco, UniCredit guarda ad aggregazioni “non solo in Francia, ma potrebbe essere in Inghilterra o in Spagna. Insomma – ha concluso – qualche cosa si farà”.

 

Interpellato sui tempi di un’eventuale operazione di M & A nei in Europa, Mazzucco ha replicato: ” le do la risposta che danno sempre: dopo le elezioni europee. Anche se non credo che quello sia un vincolo fondamentale. C`entra ma fino ad un certo punto”. Secondo Mazzucco l`operazione “si potrà fare quando si realizzano delle situazioni che possono consentire una iniziativa di questo genere”.

 

Le parole di Mazzucco giungono all’indomani di un intervento a Bruxelles del ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier, secondo il quale bisogna guardare con cautela alle fusioni transfrontaliere di banche nell’Ue, perché queste funzionano solo se permettono di tagliare i costi, e non solo per aumentare la dimensione degli istituti di credito, per creare una banca paneuropea o magari per soddisfare l’ego dei manager. “Se ascoltate le voci, oggi dovrebbero esserci forse due solo banche europee, perché noi avremmo comprato la maggior parte delle altre: secondo i rumours stavamo comprando Lloyds, Deutsche Bank, Commerzbank, Bbva, e naturalmente Société Générale”, aveva detto Mustier parlando alla 17esima Conferenza europea sui Servizi finanziari, organizzata da Assonime (l’Associazione italiana delle società quotate in borsa), Barclays, Kreab, Forum Europe e Bnp Paribas. “La verità – aveva continuato il Ceo di Unicredit – è innanzitutto che le fusioni o le combinazioni non hanno molto senso” in sé stesse, “perché bisogna poter tagliare costi. Una fusione non riguarda la dimensione, ma il taglio dei costi. Alla Unicredit, quando abbiamo rimaneggiato la banca – ha ricordato – abbiamo tagliato il 20% dei dipendenti e il 25% degli sportelli in due anni. Posso dire che è brutale: se fai una fusione, devi fare la stessa cosa. Non mi importa, l’ho fatto: non è stato facilissimo”.