Tim crolla in Borsa (-7,2%), preoccupa ebitda domestico in calo

Titolo a 0,4885. Vivendi: crollo vantaggio economico per Elliott

GEN 18, 2019 -

Milano, 18 gen. (askanews) – Tim a picco in Borsa dopo la doccia fredda sull’ebitda domestico 2018 e sulle caute prospettive per il 2019. Il titolo ha lasciato sul terreno il 7,2% chiudendo a 0,4885 euro. Vivaci i volumi, con scambi pari al 2,7% del capitale. Male anche le azioni risparmio (-6,84% a 0,422 euro).

Ieri il cda, che ha analizzato i risultati preliminari 2018, ha lanciato un warning sull’ebitda organico per il mercato domestico stimato in diminuzione “mid single digit”. Per il 2018 l’ebitda consolidato complessivo organico è atteso intorno ai 8,1 miliardi, l’indebitamento finanziario netto consolidato rettificato a 25,2 miliardi. Si prospetta difficile anche il 2019: le prime stime per la Business Unit Domestic ipotizzano un andamento della performance operativa che sconta le dinamiche competitive che hanno impattato l’esercizio 2018 e che si prevede influiscano anche sul 2019, in particolare sul primo semestre. Non un buon punto di partenza per il piano 2019-2021 che l’Ad Luigi Gubitosi dovrà portare al cda del 21 febbraio.

Intanto è tornata ad attaccare Vivendi: “la comunicazione diffusa ieri a seguito del cda aveva l’obiettivo di incolpare Amos Genish”, sottolinea un portavoce del gruppo francese, primo azionista di Tim. “Dal 4 maggio in poi, i membri del cda di Tim nominati da Elliott non hanno proposto alcun nuovo piano. Due mesi dopo l’estromissione del Ceo, e in realtà sin dal 4 maggio, non sono state fornite indicazioni sulle alternative che propone il cda”. E accusa: “la drammatica performance del titolo di Tim, che ha perso circa il 45% dal 4 maggio 2018, rappresenta un vantaggio economico per Elliott. Alla luce delle circostanze attuali – ha dichiarato il portavoce di Vivendi – il fondo genererà ancora più cash visto che il collar, che protegge Elliott da qualsiasi calo del titolo, può essere utilizzato a partire dal 5 febbraio”.