Banche, Mediobanca: da stretta Bce Npl possibile conto da 15 mld

Calcolo analisti nel caso richiesta a Mps sarà uguale a tutti

GEN 15, 2019 -

Milano, 15 gen. (askanews) – Quindici miliardi di euro. Secondo gli analisti di Mediobanca a tanto ammonterebbe il conto per il sistema bancario italiano dalla stretta della Bce sugli Npl, basandosi sull’assunto ipotetico che la richiesta fatta a Mps di svalutare integralmente il valore degli Npl entro il 2026 sia rivolta anche al resto del sistema bancario. Una simile applicazione dell’approccio previsto dall’Addendum pubblicato a fine 2017 sull’intero stock di crediti deteriorati costerebbe agli istituti italiani il 17% degli utili aggregati 2019-2026, scrivono in un report odierno gli analisti, che calcolano appunto in 15 miliardi gli accantonamenti aggiuntivi per le banche del campione coperto.

“Non è chiaro se questo controverso approccio allo stock degli Npl si realizzerà”, scrivono gli analisti che comunque hanno messo a punto una simulazione basandosi anche sul fatto che le banche non raggiungeranno mai una copertura del 100% e piuttosto accelereranno la vendita degli Npl. Ipotizzando che la vendita degli Npl venga fatta al 25% del valore nominale e quella degli Utp e dei crediti scaduti al 35%, il sistema dovrebbe affrontare 15 miliardi di accantonamenti addizionali. L’impatto teorico sarebbe così distribuito: tra il 7 e il 14% dei profitti per Unicredit, Intesa Sp e Credito Emiliano, tra il 30 e 40% degli utili per Bper, Popolare di Sondrio, Creval e tra il 50 e il 60% per Banco Bpm, Ubi e Mps.