Foodora, giudizio ribaltato in appello: i rider sono lavoratori subordinati

Fratoianni e Grimaldi: "Altro che lavoretti"

GEN 11, 2019 -

Roma, 11 gen. (askanews) – Il processo d’appello ha in gran parte rovesciato la sentenza del primo grado di giudizio accogliendo il ricorso di alcun rider contro Foodora. Lo rendono noto alcuni esponenti di Sinistra Italiana e Liberi e Uguali.

“Evviva!!! Il processo d’appello ha parzialmente rovesciato il primo grado di giudizio e accolto il ricorso dei fattorini contro Foodora. Finalmente il giudice ha riconosciuto alcune semplici verità: chi è diretto e organizzato da un datore che trae profitto dalla sua fatica, è un lavoratore, a tutti gli effetti subordinato. Altro che lavoretti”, hanno affermato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali e il capogruppo di Leu alla Regione Piemonte, Marco Grimaldi commentando l’accoglimento parziale da parte della Corte di appello di Torino del ricorso dei riders, riconoscendo loro alcuni diritti propri del lavoro subordinato, quali tredicesima e ferie.

“Se per aver protestato – proseguono i due esponenti della sinistra – si perde la possibilità di continuare a lavorare significa che si è stati licenziati. Se ciò è avvenuto a causa delle proprie idee sgradite, si tratta di discriminazione e si ha diritto a essere indennizzati. E questo a prescindere dal fatto che vi sia di fatto un caporalato digitale che fa a meno dei contratti collettivi – concludono Fratoianni e Grimaldi – e paga a cottimo. Un passo alla volta. Ma questo è un passo importante per il riconoscimento dei diritti sacrosanti di persone che nel nome di una falsa modernità di fatto sono e sono stati i nuovi schiavi del 3º Millennio”.

Sam