Louis Vuitton vince in Cassazione contro i falsi registrati

Registrazione non scrimina i reati che puniscono la contraffazione

GEN 9, 2019 -

Milano, 9 gen. (askanews) – La Cassazione, in un giudizio penale di contraffazione relativo al Toile monogram di Louis Vuitton, ha chiarito che la registrazione da parte dei contraffattori di un marchio o di un design che imita un segno o un modello celebre non scrimina i reati che puniscono la contraffazione.

Negli ultimi anni molti contraffattori hanno iniziato a depositare presso le autorità competenti – come l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale – segni che imitano i più noti marchi e design dei settori della moda e del lusso. I contraffattori riescono a ottenere agevolmente queste registrazioni perché gli Uffici competenti non eseguono un esame di novità, non verificano cioè se i segni di cui si chiede la registrazione interferiscano con registrazioni anteriori. Effettuati questi depositi fraudolenti, i contraffattori al momento del sequestro della merce esibiscono i relativi documenti, sostenendo che il titolo formale ottenuto dall’Amministrazioni esclude la sussistenza dei reati di contraffazione.

La Cassazione ha ora chiarito la sua posizione con la sentenza n. 1163, in un caso di imitazione del celebre marchio Toile monogram di Louis Vuitton, assistita dallo studio Spheriens. La Corte ha ribadito, in linea con alcuni precedenti, di considerare errata l'”affermazione che la registrazione del marchio non genuino (o comunque che imita quello originale) esonera l’autore dalla responsabilità penale per il reato di cui all’art. 474 cod. pen.”. La Corte si è poi spinta anche oltre, rilevando come in realtà si tratti di un vero e proprio escamotage impiegato dai contraffattori per eludere la normativa, e precisando che questa condotta “si caratterizza semmai per una particolare scaltrezza posta in essere attraverso la strumentale registrazione di un marchio artefatto”.