Credito a Pmi, Stio (Nsa): sì a contributi locali per le imprese

"Se un'azienda vuole rivolgersi ad un confidi è libera di farlo"

GEN 2, 2019 -

Roma, 2 gen. (askanews) – Il credito alle PMI è spesso l’ossigeno indispensabile alla loro vita, l’erogazione del credito compete alle banche che, nonostante l’immissione di liquidità effettuata dalla BCE negli ultimi anni, tengono stretti i cordoni dei finanziamenti per effetto dei vincoli tra mezzi propri e credito erogato. Non da oggi, per ovviare anche a queste strozzature, lo Stato attraverso il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI offre alle banche una copertura sino all’80% dei finanziamenti erogati, purché le PMI finanziate superino il rating che ne valuta in maniera automatica la solvibilità. In questo modo il rischio delle banche si riduce dell’80% e a parità di mezzi propri le stesse possono moltiplicare per cinque gli affidamenti.

Le domande di garanzia al Fondo sono richieste dalle banche direttamente oppure tramite operatori privati specializzati, mediatori creditizi, o Confidi. Questi ultimi sono strutture private, in alcuni casi datate e legate alle associazioni imprenditoriali, nate per ampliare l’offerta di garanzie alle banche utilizzando dei mezzi propri, raccolti tra i soci. Oggi invece continuano ad offrire garanzie proprie ma a loro volta quasi sempre contro garantite o dal Fondo Centrale o da altre provvidenze regionali o locali. Questa garanzia sulla garanzia, evidentemente se richiesta dalle banche è necessaria, di fatto però è un duplice onere per le imprese e una riduzione del potenziale di credito. Se una sola garanzia fosse sufficiente, con due garanzie si aiuterebbero due imprese invece di una: in realtà si specula su quella di stato.

I fatti, come il recente provvedimento della Regione Veneto che ha aumentato la dote del Fondo di Riassicurazione gestito da Veneto Sviluppo, evidenziano che necessita un ulteriore livello di garanzia, sempre e soltanto a favore dei Confidi regionali. Un provvedimento quasi analogo era stato deliberato dalla Regione FVG che aveva ricapitalizzato i Confidi della Regione e riservato agli stessi l’esclusiva della richiesta di copertura al Fondo Centrale per tutti gli affidamenti alle PMI della Regione, da 25mila a 175mila euro, di fatto tutti i finanziamenti. L’esclusiva significava che alle banche e agli intermediari era inibita questa attività. La norma, in regola con un articolo di legge, viola non solo la libera concorrenza tra operatori ma accresce gli oneri per le imprese, tant’è che esiste già un una proposta di Legge depositata alla Camera, ad iniziativa dell’On.le Zicchieri, per l’abolizione di questa norma, la lettera “R”, deleteria per lo sviluppo delle imprese.

Gaetano Stio, Presidente del Gruppo NSA, il primo mediatore creditizio nella classifica dell’OAM, ha dichiarato in merito: “Il nostro Gruppo opera da anni con oltre 20 banche, 11.000 PMI clienti e oltre 25.000 domande di accesso al fondo centrale di garanzia, in un regime di assoluta libera concorrenza, dà lavoro a più di duecento dipendenti ed è in continua crescita: i nostri numeri dimostrano che è possibile contribuire allo sviluppo delle PMI garantendo loro tassi concorrenziali e tempi di erogazione ristretti. Soprattutto senza bisogno di rifinanziamenti, riassicurazioni, riserve di mercato, ma al contrario rischiando in proprio. Il Gruppo NSA non richiede alle imprese nemmeno un euro per la ricerca del credito e della garanzia del Fondo Centrale. Riceve il corrispettivo dell’intermediazione solo se l’impresa accetta il finanziamento che la Banca ha erogato. Ben vengano tutti i contributi regionali e locali, purché vadano a finanziare direttamente le imprese senza obbligarli a gabelle inutili che bruciano ossigeno: se un’azienda vuole rivolgersi ad un confidi è libera di farlo senza che venga obbligata da una delibera regionale.”