“Finanziare il deficit non ha mai fatto bene all’Italia” (così Mario Draghi)

"Ai tempi della svalutazione, l'inflazione divenne insostenibile"

DIC 15, 2018 -

Pisa, 15 dic. (askanews) – Finanziare il deficit pubblico non ha mai prodotto benefici in Italia. Lo ha detto Mario Draghi, presidente della Bce, al Sant’Anna di Pisa.

In passato, “l’Italia è dovuta ricorrere alla svalutazione per mantenere il tasso di crescita simile agli altri partner europei. L’inflazione divenne insostenibile. Qualcuno ricorda il caro vita che colpì i più vulnerabili”, ha osservato Draghi.

Draghi ha anche spiegato che non è vero che per i Paesi con sovranità monetaria ci sia l’abitudine di finanziare la spesa pubblica stampando moneta. “Non è ovvio – ha detto Draghi- che un Paese tragga vantaggio in termini di maggiore sovranità monetaria dal non essere parte dell’euro. La moneta unica ha consentito a diversi Paesi di recuperare sovranità monetaria rispetto al regime di parità fisse vigenti nello Sme degli anni Ottanta. Le decisioni rilevanti di politica monetaria erano prese in Germania”.

“Oggi – ha detto ancora Draghi – sono condivise da tutti i Paesi che fanno parte dell’unione. Tra i presunti vantaggi della sovranità monetaria, ci sarebbe quella di poter finanziare con moneta la spesa pubblica, ma non è particolarmente apprezzato dai Paesi che fanno parte del mercato unico ma non fanno parte dell’euro. La media ponderata del debito pubblico di questi Paesi è pari al 68% del loro prodotto. Se togliamo il Regno Unito, è il 44% contro un rapporto dell’89% per i Paesi che appartengono all’area euro”, ha concluso Draghi.

La possibilità di stampare moneta per finanziare il deficit pubblico non ha attratto i Paesi che fanno parte del mercato unico ma non dell’euro.

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