Tim, Vivendi chiederà assemblea per riprendersi controllo cda

Conti: noi indipendenti, non dovremmo perder tempo a difenderci

DIC 11, 2018 -

Milano, 11 dic. (askanews) – Vivendi torna all’attacco per riprendersi la maggioranza del cda di Tim, dopo il ribaltone di maggio quando la lista sponsorizzata dal fondo Elliott aveva avuto la meglio sui francesi, primi azionisti del gruppo di tlc. Per ora siamo ancora agli annunci ma i tempi si fanno più stringenti: prima della fine di questa settimana Vivendi scriverà al cda “per sollecitarlo fortemente a convocare un’assemblea degli azionisti il più presto possibile per nominare la nuova società di revisione, revocare cinque attuali consiglieri in quota Elliott su 10, in particolare quelli che sono stati coinvolti in problemi di governance, e proporne cinque nuovi”. Nonostante il pressing di Vivendi e le sollecitazioni del collegio sindacale, l’ultimo cda di Telecom del 6 dicembre non aveva provveduto a convocare alcuna assemblea per la nomina della nuova società di revisione. “Questa decisione, come molte altre prima – ha stigmatizzato questa mattina il gruppo francese in una nota – va contro tutte le regole di una corretta corporate governance ed è fonte di disorganizzazione”.

Vivendi rompe così gli indugi e entro la fine della settimana, avendone la facoltà essendo un socio con oltre il 5%, chiederà la convocazione dell’assemblea che il cda deve convocare “senza ritardo”, ai sensi dell’articolo 2367 del codice civile. A meno di possibili cda straordinari convocati anzitempo, il primo board già calendarizzato di Tim è previsto per il prossimo 17 gennaio. Dalla pubblicazione dell’avviso di convocazione dovranno poi passare almeno 30 giorni lavorativi se all’ordine del giorno ci sarà solo la nomina dei revisori, 40 giorni se si dovrà votare anche la revoca dei consiglieri.

Non commenta il presidente di Tim, Fulvio Conti, incalzato dai cronisti questa mattina a margine dell’Italy Corporate Governance Conference. Ma, indirettamente, ne parla nel corso del suo intervento al panel dal titolo emblematico “Is shareholder activism good for shareholders and companies?”. “Noi non dipendiamo da nessuno, il nostro supporter (Elliott, ndr) nell’assemblea che ci ha eletti ci ha poi lasciati liberi, ci detto ‘ora tocca a voi’ – ha rivendicato Conti – io sono realmente indipendente, abbiamo creato una public company e non dovremmo perdere tempo a difendere noi stessi da un azionista che di fatto ha creato questa situazione. Siamo qui per difendere la nostra indipendenza, il nuovo piano, il nuovo management” e “creare valore per tutti gli azionisti, nessuno escluso”.

Presente all’evento anche un altro consigliere di Tim in quota Elliott, Massimo Ferrari. Dopo i ripetuti no comment, il cfo di Salini Impregilo ha comunque osservato come sia “singolare” la comunicazione odierna di Vivendi: “si comunica un futuro annuncio, non si capisce l’esigenza perchè l’assemblea potrebbe chiederla quando vuole”.