Manovra: rischio risorse da ecotassa non bastino per incentivi

Tecnici Senato: limite di 300 mln "potrebbe essere insufficiente"

DIC 10, 2018 -

Roma, 10 dic. (askanews) – I 300 milioni di euro provenienti dall’ecotassa sulle auto a più alte emissioni di CO2 rischiano di non bastare per finanziare gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche o a basso impatto ambientale. E’ quanto segnalano i tecnici del Servizio bilancio del Senato nel dossier sulla testo della manovra licenziato dala Camera.

I tecnici partono dalla considerazione che nella relazione tecnica che accompagna la norma si considerano, per calcolare il gettito dell’ecotassa, acquisti di auto ‘inquinanti’ invariati rispetto al dato del 2017, escludendo quindi paradossalmente che la norma possa produrre effetti sia nel disincentivare l’acquisto di auto più inquinanti sia nell’incentivare l’acquisto di auto a più basse emissioni, escluse dall’imposta.

D’altra parte, sul fronte della spesa per incentivi, si ipotizza un incremento del 70% degli acquisti di auto ecologiche che hanno diritto all’agevolzione “peraltro non supportato da alcuna ipotesi circa la sua stima”.

Secondo i tecnici del Senato “il limite di spesa di 300 mln di euro potrebbe essere insufficiente a riconoscere il beneficio” visto che le stime di vendita di auto ecologiche contenute nella relazone tecnica comportano “un ammontare di contributo complessivo pari a circa 371,48 milioni di euro per il triennio, ben al di sopra degli indicati 300 mln di euro posti come limite di spesa”.

I tecnici ritengono necessario poi che sia previsto “un meccanismo di monitoraggio delle domande di contributo al fine di verificare la capienza del tiraggio con il plafond delle risorse disponibili, con conseguente blocco delle erogazioni una volta esaurito lo stesso”.

L’assenza di un monitoraggio della spesa per gli incentivi, proseguono, “potrebbe presentare dei profili di problematicità” perché “non consente di rendere prontamente edotti i venditori dell’esaurimento dei fondi”.

Infine, i tecnici suggeriscono di valutare “l’opportunità di individuare una clausola di salvaguardia da attivare nel caso in cui gli aventi diritto possano vantare un ammontare complessivo di crediti di imposta superiori al tetto di spesa”.