La povertà in Italia fa un piccolo passo indietro

L'Istat rileva lievi cali delle persone a rischio e di quelle sotto la soglia

DIC 6, 2018 -

Roma, 6 dic. (askanews) – La povertà in Italia resta su livelli allarmanti ma fa un piccolo passo indietro. L’Istat, fotografando la situazione sulle condizioni di vita degli italiani nel 2017, conferma molto elevato il numero di persone a rischio povertà ma registra un calo consistente di quanti vivono in grave deprivazione materiale.

L’Istat stima che l’anno scorso il 28,9% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o di esclusione sociale secondo la definizione europea, in miglioramento rispetto al 2016 (30%). All’interno di questo aggregato risulta pressoché stabile al 20,3% la percentuale di individui a rischio di povertà (era 20,6% nell’anno precedente), con un reddito equivalente inferiore alla soglia di 9.925 euro.

Il 10,1% si trova in condizioni di grave deprivazione materiale (in forte diminuzione rispetto al 12,1% dell’anno precedente), mostra cioè almeno quattro dei nove segnali di deprivazione previsti e l’11,8% (12,8% nel 2016) vive in famiglie a bassa intensità di lavoro, ossia in famiglie con componenti tra i 18 e i 59 anni che nel 2016 hanno lavorato meno di un quinto del tempo.

Il Mezzogiorno resta l’area territoriale più esposta al rischio di povertà o esclusione sociale (44,4%), seppur in diminuzione rispetto al 2016 (46,9%). Il rischio è minore e in calo nel Nord-est (16,1% da 17,1%) e, in misura meno ampia, nel Nord-ovest (20,7% da 21,0%). Nel Centro la quota è stabile al 25,3%.

Le famiglie con cinque o più componenti, pur registrando un miglioramento, si confermano le più vulnerabili al rischio di povertà o esclusione sociale (42,7%; era il 43,7% nel 2016).

L’indicatore peggiora sensibilmente (+5,4 punti percentuali) per le famiglie in altra tipologia (costituite da due o più nuclei familiari).

Did Did/Mau