Formazione 4.0, AIDP: cancellazione incentivi è contro il fufuro

Covili Faggioli: misura da ripristinate e poteziare

NOV 12, 2018 -

Milano, 12 nov. (askanews) – La cancellazione degli incentivi fiscali per la formazione 4.0 è “un atto contro il futuro del lavoro”. Il netto giudizio negativo viene dai direttori del personale delle aziende italiane riuniti in AIDP ed è espresso dalla voce del loro presidente, Isabella Covili Faggioli. “La cancellazione dell’incentivo fiscale sulla formazione 4.0 è un atto contro il futuro del lavoro – spiega il presidente dell’Associazione Italiana Direttori del Personale – Come si evince chiaramente dalla nostra ricerca la strumento principale di tutela del lavoro nell’era dei robot e dell’intelligenza artificiale è la formazione 4.0. Senza le nuove competenze strategiche che il nuovo mercato del lavoro richiederà sempre di più si rischia di rimanere ai margini. L’occupabilità nel nuovo mercato del lavoro passa dalla formazione 4.0 e dal suo potenziamento. Per questa ragione la misura di cancellazione del credito d’imposta per la formazione 4.0 prevista nella Legge di Bilancio 2019 non aiuta il lavoratore che necessita di competenze nuove per aumentare le opportunità di occupazione e le imprese che le richiedono”.

“Chiediamo a gran voce – ribadisce Covili Faggioli – che non solo la misura sia ripristinata ma anche potenziata. Come direttori del personale siamo pronti a fare la nostra parte e rinnoviamo la disponibilità di AIDP a dialogare con il Governo per trovare insieme soluzioni che facciano crescere l’occupazione e aiutino le aziende nell’acquisire e mantenere le competenze necessarie per la crescita nel futuro”.

A sostegno delle valutazioni e argomentazioni, il presidente di AIDP porta i dati della ricerca Aidp-LabLaw 2018 su “Robot, Intelligenza artificiale e lavoro”, curata da Doxa.

Dall’indagine emerge con nettezza il valore strategico della formazione avanzata per cogliere da un lato le tante occasioni di nuove professioni e di nuova occupazione che le nuove tecnologie creeranno e dall’altro per ridimensionare l’impatto che queste avranno sui lavori meno qualificati. Infatti le aziende e i manager sono convinti a stragrande maggioranza (89%) che i robot e l’IA non potranno mai sostituire del tutto il lavoro delle persone e che avranno un impatto positivo sul mondo del lavoro e delle aziende: permetterà, infatti, di creare ruoli, funzioni, e posizioni lavorative che prima non c’erano (77%); stimolerà lo sviluppo di nuove competenze e professionalità (77%); consentirà alle persone di lavorare meno e meglio (76%). Avrà un impatto molto forte nei lavori a più basso contenuto professionale: favorirà, infatti, la sostituzione dei lavori manuali con attività di concetto (per l’81% del campione).

I manager e gli imprenditori ritengono, inoltre, che al di là dei benefici in termini organizzativi, l’introduzione di queste tecnologie, potrà avere effetti negativi sull’occupazione e l’esclusione dal mercato del lavoro di chi è meno scolarizzato e qualificato. In quest’ottica va letto il dato negativo sulle conseguenze in termini di perdita di posti di lavoro indicata dal 75% dei rispondenti.