Manovra: tariffe rc auto superscontate per virtuosi, l’idea M5S

Anche se in aree ad alta sinistrosità e assicurazione pubblica

OTT 19, 2018 -

Roma, 19 ott. (askanews) – Bari, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Bologna, Brindisi, Caserta, Catania, Catanzaro, Crotone, Firenze, Foggia, Genova, La Spezia, Latina, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Messina, Napoli, Palermo, Pisa, Pistoia, Prato, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Taranto e Vibo Valentia. Sono queste le Province a più alta sinistrosità dove le imprese assicuratrici chiedono premi più alti. Il Movimento Cinque Stelle da tempo dichiara di voler rendere la situazione più equa facendo ottenere a chi non fa incidenti e vive in una di queste Province (che oggi spende somme da capogiro) lo stesso prezzo sostenuto dai virtuosi delle Province più “felici”.

Nello scarno comunicato stampa all’indomani del Consiglio dei ministri, che ha varato il 15 ottobre scorso insieme alla manovra anche il dl taglia-scartoffie, si legge che è stata approvata una norma che per ottenere una RC auto “equa”, “con canoni differenziati rispetto al territorio, si eliminano i vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore a un altro”. Non si spiega di più e i tentativi per decifrare la frase misteriosa hanno portato i leghisti a mettere le mani avanti: “in nessuno dei provvedimenti del governo ci saranno aumenti delle assicurazioni auto nelle aree in cui oggi si paga meno”. Sì, perché in molti hanno pensato che l’intenzione fosse proprio quella e ci sarebbe stato chi ci guadagnava ma anche chi ci rimetteva.

“E’ noto – fa notare Andrea Aliberti, avvocato cassazionista, dello Studio Legale tributario Fantozzi e Associati – che, anche nell’ipotesi in cui sia espressamente vietata la traslazione “giuridica” delle misure sugli utenti, l’effetto di alcune misure è lo spostamento del punto di equilibrio economico. E quindi, in ultima analisi, a rimetterci sono i consumatori, anche quando le misure vengono annunciate come “punitive” per taluni settori imprenditoriali”.

In un post pubblicato nell’agosto del 2015, il vicepremier Luigi Di Maio, dall’abitacolo della sua auto, sventolava una polizza assicurativa e gioiva per l’ok ad un emendamento che puntava a mettere un argine ai costi che doveva sopportare un automobilista residente “a Napoli e Caserta”, prezzi, affermava, che arrivavano “fino a 1.200-1.300 euro all’anno per una utilitaria” anche per i “virtuosi”. Emendamento poi saltato tra le proteste del Movimento.

Novità per la rc auto sono poi arrivate con l’articolo 132-ter del ddl concorrenza e che prevede “sconti obbligatori” da parte della compagnie per gli automobilisti virtuosi in presenza di determinate condizioni come ad esempio l’installazione della scatola nera o l’installazione di meccanismi elettronici che impediscono l’avvio del motore se il guidatore ha bevuto troppo. L’attuazione della norma in ogni caso sembra lontana. Il regolamento dell’Ivass è arrivato a marzo scorso e l’entrata in vigore era attesa a distanza di tre mesi. Ancora non è concluso il percorso che consente questa possibilità: manca ad esempio un provvedimento del Mise e del Mit che deve stabilire gli standard tecnici e i requisiti di scatola nera e dispositivi.

Ma tant’è. Poco dopo essere stato nominato ministro dello Sviluppo economico, oltreché viceministro e ministro del Lavoro, Di Maio affermava in un video sul sito del Movimento (rcautoequa.it): “la questione dell’RCAuto mi sta molto a cuore e su questo sto lavorando come ministro dello Sviluppo economico perché dobbiamo abbassare le tariffe che in alcune zone d’Italia sono indecenti”. Sul sito si ricorda il ddl presentato in Senato nella scorsa legislatura che puntava a istituire una assicurazione pubblica per fare concorrenza alle compagnie private e offriva tariffe di favore ai cittadini virtuosi indipendentemente dalla Provincia di residenza.

Vediamo se l’intenzione sopravviverà al braccio di ferro in atto sulla manovra e sulla norma sul condono fiscale su cui M5S e Lega stanno mettendo a dura prova la tenuta della maggioranza.