Manovra, studio Fantozzi: entrate rottamazione-ter tra 4 e 6 mld

Norma generale diventa concorrenza sleale per contribuenti onesti

OTT 17, 2018 -

Roma, 17 ott. (askanews) – Dalla rottamazione-ter contenuta nel decreto fiscale approvato dal consiglio dei ministri il 15 ottore scorso lo Stato si aspetta di ottenere 11 miliardi di euro di entrate ma il gettito potrebbe attestarsi a meno della metà, cioè 4 miliardi, e comunque a non più di 6 miliardi di euro. E’ quanto spiega Andrea Aliberti, avvocato cassazionista, dello Studio Legale tributario Fantozzi e Associati, interpellato da askanews, sul provvedimento che contiene diverse misure che dovrebbero dragare parte delle risorse per la copertura degli interventi della manovra 2019. Aliberti promuove invece la norma per la chiusura delle liti pendenti che potrebbe rappresentare anche “un monito per l’erario”.

D. La prima parte del decreto fiscale prevede una serie di misure – tra cui rottamazione-ter, liti pendenti, dichiarazione sostitutiva eccetera – che avranno un impatto complesso sul gettito. Si può fare una stima realistica tra quanto lo Stato ci perde e quanto ci guadagna?

Aliberti. “E’ molto complesso fare questo tipo di stime, in quanto al “gettito previsto” che viene calcolato dalla Ragioneria generale dello Stato per la redazione del bilancio, andrebbero sempre contrapposte le “perdite” generate dalla rinuncia alla riscossione di crediti tributari già liquidi o comunque da accertare, conseguenti ai provvedimenti “di condono”.

D. Con quali esiti, in questo caso?

Aliberti. “In termini generali, la rinuncia dello Stato al credito tributario (che dovrebbe essere, per definizione, indisponibile), avvantaggia i debitori (che beneficiano di condizioni di pagamento agevolate, ovvero di “colpi di spugna” come nel caso dei carichi sotto i mille euro). Ma “costa” a tutti gli altri soggetti che invece hanno pagato tutte le somme richieste dall’Erario. Una scelta magari giustificabile per i soggetti in difficoltà economiche che diventa, con provvedimenti generalizzati, di fatto una “concorrenza sleale” nei confronti di chi è abituato a pagare tutto”.

D. Si può fare qualche esempio concreto?

Aliberti. “Partiamo dalla “rottamazione-ter delle cartelle”. Nella relazione tecnica al decreto fiscale, per “gettito” si intendono i maggiori incassi (nei prossimi anni) rispetto a quelli calcolati sulla base del tasso di riscossione ordinario sui ruoli emessi. Lo Stato si aspetta 11, 1 miliardi di maggiore riscossione, ma questo risultato teorico è poi corretto dai dati sulla (fisiologica) prevista flessione della riscossione ordinaria negli anni successivi, che dal 2019 al 2027 è quantificata in meno 7 miliardi di euro circa”.

D. Quindi, un maggior gettito per l’erario di quattro miliardi anziché 11?

Aliberti. “A seconda delle stime fatte il maggior gettito ondeggia fra meno di 4 e 6 miliardi di euro. Ma a prescindere dal risultato cui si perviene, è importante sottolineare innanzitutto che si tratta solo di una maggiore riscossione rispetto a quella ordinaria. E in secondo luogo, che questa maggiore riscossione “costa” in termini di flessione della riscossione “ordinaria” negli anni successivi e, soprattutto, “costa” in termini di rinuncia dello Stato a riscuotere crediti che, comunque, sono maturati a suo beneficio (ancorché fatichi a riscuoterli)”.

D. Cosa succede, invece, rispetto alle liti pendenti?

Aliberti. “In questo caso, una possibilità di definizione che tenga conto dell’esito dei giudizi (pagamento del 20% con successo del contribuente in appello e 50% in primo grado), credo punti ad attenuare il fatto che spesso le liti tributarie sono proseguite dall’amministrazione finanziaria senza specifica valutazione della convenienza. Insomma, è un monito anche per l’erario”.

D. E’ ragionevole la previsione di uno sconto anche per chi integra la propria dichiarazione dei redditi?

Aliberti. “Per quanto riguarda l’integrazione degli imponibili dichiarati (fino al 30% dell’anno precedente e con il limite di 100.000 euro), la previsione di un’imposta sostitutiva del 20 % determina sicuramente un effetto premiale per i soggetti che ne beneficiano, ma si può dire che compensa anche le difficoltà che avrebbe l’amministrazione finanziaria ad accertare il maggior reddito di certi contribuenti. Anche qui, l’obiettivo concreto è il gettito”.

D. Alla fine, la soluzione trovata dopo il braccio di ferro tra Lega e M5S sulla manovra chi avvantaggia davvero?

Aliberti. “Forse è stata un po’ tralasciata l’intenzione di una flat tax che avrebbe dovuto essere strumento di diminuzione della pressione fiscale per tutti coloro che le tasse le pagano. Nei fatti, è diventata una riedizione di sistemi “forfettari” di tassazione già in vigore. Con l’estensione della platea dei beneficiari: da imprenditori e lavoratori autonomi con reddito fino a 28-50 mila euro circa, a seconda della categoria, ai soggetti con reddito fino a 65 mila euro”.