Genova, Autostrade: sconcerto per ricostruzione verbali ministero

"Da commissione d'inchiesta gravi errori e accuse infondate"

OTT 15, 2018 -

Roma, 15 ott. (askanews) – Nella relazione della commissione d’inchiesta del ministero delle infrastrutture sul crollo del ponte Morandi a Genova ci sono “gravi errori, accuse infondate e conclusioni pregiudiziali”. Lo afferma Autostrade per l’Italia, che “esprime sconcerto e sorpresa per quanto riportato” in una ricostruzione pubblicata sulla stampa. La società infatti ha “offerto fin dai momenti successivi alla tragedia la più ampia, trasparente e convinta collaborazione a istituzioni e autorità competenti”.

“Va premesso – spiega Aspi – che i verbali delle audizioni della commissione ministeriale, che secondo quanto dichiarato dal presidente della commissione dovevano essere inviati agli interessati entro una settimana, a oltre un mese di distanza non sono stati ancora consegnati agli stessi, così come le registrazioni. Stupisce che siano stati resi disponibili prima alla stampa”.

“Va inoltre premesso – secondo Autostrade – che l’oggetto della audizione, sulla base della richiesta di convocazione, erano la delibera del consiglio di amministrazione della società che aveva approvato l’intervento di retrofitting e le analisi sismiche completate o in corso di predisposizione sui viadotti con luce superiore ai 30 metri. L’amministratore delegato e il direttore centrale Operations, auditi dalla commissione, hanno fornito spiegazioni sui due punti oggetto di approfondimento”.

“Ma l’audizione – sottolinea la società – è quasi immediatamente virata verso una serie di domande relative alle cause dell’evento, a temi tecnici e ad altri aspetti di dettaglio, rispetto ai quali i dirigenti hanno chiarito di non avere elementi di dettaglio, sui quali peraltro pende come noto un’indagine da parte della magistratura. Su questi temi l’amministratore delegato ha chiesto che fosse formulata una lista di dettaglio delle domande, cui poter fornire puntuale riscontro da parte delle strutture tecniche della società. Tale richiesta non è mai pervenuta alla società”.

(segue)