Alitalia, cosa è successo oggi

Ferrovie e la frizione tra Di Maio e Tria sul ruolo del Tesoro

OTT 12, 2018 -

Roma, 12 ott. (askanews) – Le Ferrovie scendono in pista per l’Alitalia. Fs ha presentato la manifestazione di interesse precisando che “tale manifestazione, necessaria per analizzare al meglio il dossier relativo all’azienda, non è in questa fase vincolante”. Sul dossier Alitalia si registra tuttavia la frizione tra il vice premier e ministro Luigi di Maio e il responsabile dell’economia Giovanni Tria sul ruolo del Tesoro nel nuovo assetto della compagnia. Di Maio ha annunciato l’ingresso dello Stato attraverso la parziale conversione del prestito ponte da 900 milioni in equity della newco. Accanto al Tesoro ci saranno le Ferrovie e un ruolo è previsto anche per Cdp.

Da Bali, a margine dei lavori del Fmi, arriva la precisazione del ministro Tria. “Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell’Economia” le parole di Tria alla stampa. Non si è fatta attendere la replica del vice premier che in post su facebook ha ribadito che “adesso inizia il percorso che può portarci al 31 ottobre con altri partner industriali che faranno di nuovo grande Alitalia, senza sprechi e senza sperpero di soldi degli italiani, e lo Stato ci sarà con parte del prestito ponte”. Ma soprattutto, Di Maio sottolinea che questa è la linea del governo e della maggioranza gialloverde. “Il piano per Alitalia – ha scritto nel post – è sostenuto dal capo del Governo e da tutte e due le forze politiche di maggioranza che lavorano ad un atto di indirizzo al Governo per rafforzare la linea del contratto per il Governo del cambiamento”.

Linea che era stata confermata anche dallo stesso premier in mattinata. “So che il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico – ha detto Conte – sta facendo un ottimo lavoro per il rilancio di Alitalia: creare una partnership tra Fs e uno o più aziende partecipate dello Stato va in questa direzione”. Nell’annunciare l’operazione ai sindacati, Di Maio ha annunciato una dotazione di capitale per Alitalia di almeno 2 miliardi di euro. Lo schema prevede la costituzione di una newco, mentre il vice premier ha negato che ci saranno esuberi. L’obiettivo, ha sintetizzato il ministro, è quello di rilanciare la compagnia senza creare esuberi, sul “modello Ilva”, per farla diventare un motore di sviluppo del turismo. “Se si farà una bad company non riguarderà i lavoratori – ha aggiunto Di Maio – voglio dirlo chiaramente: non ci saranno esuberi, perché l’obiettivo è salvaguardare i livelli occupazionali e anzi, rilanciare l’azienda per ambire a nuove assunzioni”.

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