L’allarme di Boeri (Inps) sulla riforma delle pensioni con quota 100

Debito cresce di 100 mld, a pagare saranno le generazioni future

OTT 11, 2018 -

Roma, 11 ott. (askanews) – “Uscite consentite con un minimo di 38 anni di contributi e 62 di età oppure abolendo l’indicizzazione alla speranza di vita dei requisiti contributivi minimi per la pensione anticipata (a tutte le età) portano ad un incremento dell’ordine di 100 miliardi del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future e, già nel 2021 a un incremento ulteriore, oltre la famosa gobba, di circa un punto di pil della spesa pensionistica”. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione alla Camera, dove spiega come il sistema quota 100 non aiuta i giovani, anche nel caso ne venisse assunto uno per ogni lavoratore che va in pensione. A gravare sulle nuove generazioni ci sarebbe, infatti, un debito pensionistico enorme.

“Il lavoro dell’istituto per raccogliere fondi da imprese e lavoratori per pagare le pensioni in essere – ha avvertito – sarebbe fortemente indebolita nel caso venissero varate misure di condono contributivo, che hanno il duplice effetto di diminuire le entrate ed aumentare le uscite. Il rischio allora è quello di minare alle basi la solidità del nostro sistema pensionistico”.

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