Eni, Descalzi: mercato può spingere il petrolio a prezzi più alti

Il manager al Corsera: Momento verità Opec con barile a 90 dollari

SET 26, 2018 -

Roma, 26 set. (askanews) – “Al di là della fiammata di ieri dopo le decisioni Opec, le condizioni di mercato possono spingere verso prezzi ancor più sostenuti”. Lo afferma l’amministratore dell’Eni, Claudio Descalzi in una intervista al Corriere della Sera in cui però non si sbilancia a fare previsioni precise. Anzi nota come “alcuni di quelli che oggi vedono il petrolio a 100 dollari, qualche anno fa lo prevedevano a 20”.

“Al di là dei numeri – prosegue il manager – è indubbio che nel tempo si è ricreato uno squilibrio che fa salire i prezzi. L’anno scorso abbiamo avuto un deficit di produzione mondiale di circa 500 mila barili al giorno in media annua. Le sanzioni all’Iran potrebbero sottrarre altri 700 mila barili”.

Il presidente Usa Donald Trump ha nuovamente chiamato in causa l’Opec, chiedendo più offerta ma il cartello si è rifiutato e questo sembra aver innescato la recente impennata dei prezzi. “Vedremo quale sarà la reazione dell’Opec se i prezzi punteranno ai 90 dollari. Senza contare che prezzi più elevati rallenterebbero lo sviluppo delle economie con danni anche per l’area Opec: quello – dice Descalzi – sarà il momento della verità”.

Quanto ai continui conflitti in Libia “si deve arrivare a un’intesa interna tra fazioni. Non entro in questioni diplomatiche, ma deve essere chiaro che tra noi e Total non ci sono tensioni: lavoriamo insieme in mezzo mondo, dalla Nigeria all’Egitto, dall’Angola alla Gran Bretagna. Lavoriamo quotidianamente gomito a gomito – dice Descalzi – pur nello spirito di una sana concorrenza”. Infine “col governo abbiamo rapporti costruttivi, positivi”, conclude il manager.