Russia, Fallico: con sanzioni rischio è regalare mercato a Cina

"Clima di tensione favorisce sfiducia"

SET 17, 2018 -

Torino, 17 set. (askanews) – “Se le imprese italiane ed europee non avranno il coraggio e la capacità di affrontare diversamente questa congiuntura sanzionatoria, verso la Russia, intraprendendo nuove strategie di business, il rischio sarà quello di lasciare sempre più quote di mercato alla Cina”. A lanciare l’allarme Antonio Fallico, presidente Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia, al convegno di Torino dedicato alle opportunita’ economico commerciali tra il Piemonte e la Russia.

“Se da una parte la Russia afferma ancora una volta che ha bisogno dell’Unione Europea, così come dell’Italia, ma in generale dei suoi partner occidentali storici, Usa compresi, dall’altra la politica occidentale si ostina ad alimentare un clima di tensione, che favorisce la sfiducia, impatta negativamente sui mercati e sulle aziende”, ha detto Fallico.

Fallico ha fatto notare che nel 2017 il Pil russo è cresciuto dell’1,5% e che le previsioni per quest’anno lo attestano intorno al 2%. Nei primi 3 mesi del 2018 la produzione industriale ha segnato una ripresa del 2,9% e quella manifatturiera del 4,7%. In aumento anche la produzione agricola: +2,5%. “Sono dati che sottolineano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il fallimento delle sanzioni volute dagli Usa e dall’Unione Europea a 28; un’Unione che si conferma saldamente al comando della classifica dei partner commerciali”, ha evidenziato Fallico.

Secondo i dati Eurostat elaborati da Conoscere Eurasia, nel 2017 l’interscambio Ue-Russia ha superato i 231 miliardi di euro, con un incremento del 20,8% sul 2016. A crescere sia l’export europeo (oltre 86 milioni di euro), con uno share di quasi il 19%, che le importazioni dalla Russia: +22% circa per un valore che ha sfiorato i 145 miliardi di euro.

“In questo contesto, la Germania, nonostante le sanzioni, è il primo paese esportatore europeo in Russia con quasi 26 miliardi di euro raggiunti nel 2017 (+ 5%). A seguire e a notevole distanza c’è l’Italia che, pur mantenendo nell’Unione la seconda posizione in valore per merci esportate in Russia, ha chiuso l’anno scorso a quasi 8 miliardi di euro, in crescita del 19,3%”, “Un dislivello segnato anche dalla capacità del business tedesco di affrancarsi dalla politica sanzionatoria”, ha concluso Fallico.