Firmato l’accordo Ilva. Per Di Maio è il migliore possibile

Subito 10.700 assunzioni

SET 6, 2018 -

Roma, 6 set. (askanews) – Arriva la svolta per l’Ilva di Taranto. Dopo una lunga notte e la mediazione del vicepremier e ministro Luigi Di Maio è stata raggiunta al Mise l’intesa tra ArcelorMittal, sindacati e commissari straordinari che ridisegna il futuro del polo produttivo pugliese. Il testo dell’accordo sarà ora sottoposto a una consultazione tra i lavoratori, i cui risultati saranno resi noti entro il 13 settembre. Le organizzazioni sindacali di categoria hanno intanto revocato lo sciopero in programma per l’11 di questo mese.

L’intesa prevede l’assunzione immediata di 10.700 lavoratori invece dei 10.300 indicati nella precedente proposta. L’azienda si impegna però ad assumere tutti gli altri lavoratori fino al 2023 e senza alcuna penalizzazione su salario e diritti.

L’articolo 18 infatti resterà. Un altro impegno aziendale riguarda i circa 4,2 miliardi di euro destinati a investimenti su industria e ambiente.

“E’ il migliore accordo possibile nelle peggiori condizioni possibili”, ha commentato Di Maio. “Ora il vero obiettivo è il rilancio di Taranto – ha aggiunto – il Jobs act non entra in fabbrica”. Il vicepresidente del consiglio e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha promesso di andare “presto” a Taranto: “Ci ho messo la faccia”. E al suo predecessore Carlo Calenda si è limitato a dire che “oggi mi prendo la libertà di non rispondere”.

Di Maio ha inoltre annunciato che “ci metteremo al lavoro per fare una legge speciale e di mettere risorse nella legge di bilancio”. L’amministrazione straordinaria, che resta con i commissari, sarà “il poliziotto ambientale, il controllore irreprensibile degli impegni presi da ArcelorMittal perché, essendo io nato nella terra dei fuochi – ha ricordato – capisco cosa stanno vivendo i tarantini. Quindi, staremo attaccati ai fatti e non alle carte”.

L’amministratore delegato di ArcelorMittal, Matthieu Jehel, ha ringraziato tutte le parti per il risultato raggiunto e parlato dell'”inizio di un lungo percorso per fare dell’Ilva un’impresa più forte e più pulita”. Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, secondo cui l’intesa “è un bel segnale per il Paese ed è la riprova che è possibile coniugare le ragioni dell’occupazione con quelle dell’ambiente e dello sviluppo nel rispetto delle prerogative dell’acquirente. Auspichiamo che possa essere l’inizio di una svolta che riporti la questione industriale al centro dell’attenzione nazionale”.

Cgil e Fiom hanno sottolineato che “grazie anche al ruolo decisivo del Governo per lo sblocco della vertenza abbiamo ottenuto gli obiettivi che ci eravamo prefissati”. Il segretario confederale della Cgil, Maurizio Landini, ha lanciato l’idea di una partecipazione pubblica nell’assetto societario della nuova Ilva: “Continuo a pensare che sarebbe molto importante, nelle forme che il Governo vuole o può decidere, perché il settore siderurgico è strategico per il nostro Paese”.

La leader della Cisl, Annamaria Furlan, ha evidenziato l’importanza di un accordo che “tutela l’occupazione in tutti i siti produttivi, il diritto dei cittadini di Taranto al risanamento ambientale e la produzione di acciaio, sempre più strategica per tutto il Paese. Va riconosciuta al ministro Di Maio, ai sindacati e all’azienda un atteggiamento responsabile e pragmatico”. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: “E’ stata la trattativa più lunga e complessa della moderna storia sindacale. Il positivo risultato è merito della lotta dei lavoratori e della determinazione e competenza della categoria al tavolo”.

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