Crollo Genova, Furlan: giusto rivedere regime concessioni

"Il controllo deve rimanere nelle mani dello Stato"

AGO 20, 2018 -

Roma, 20 ago. (askanews) – “Nell’attesa che la magistratura accerti le responsabilità, bisognerebbe consentire ad Autostrade di fare subito i lavori, a partire dalla realizzazione di un nuove ponte”. E’ quanto sottolinea oggi in una intervista a “Il Messaggero”, la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.

“Sono stati giorni tragici per tutti» dice la Furlan, tenendo a ringraziare i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, i volontari. Ma adesso basta con le polemiche, guardiamo al futuro e ridiamo speranza ai genovesi, agli sfollati come hanno invitato a fare il cardinale Bagnasco ed il presidente della Repubblica Mattarella”.

La leader della Cisl aggiunge: “Credo che si debba seguire l’esempio del sindaco di Genova, che non ha fatto nemmeno per un secondo polemica ma si è rimboccato le maniche per cercare gli strumenti per far rialzare la città il più presto possibile. Sarà la Procura a individuare le responsabilità del crollo. Intanto però credo che gli interventi annunciati da Autostrade siano il minimo che la società immediatamente debba fare subito. E bisogna farglielo fare. Oggi l’urgenza per Genova è rimettere in moto la viabilità, dare una casa agli sfollati, evitare ripercussioni sul porto». Furlan condivide la posizione del procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi.

«Bisogna rivedere il regime delle concessioni nel nostro Paese: la vigilanza, il controllo deve rimanere nelle mani dello Stato, non può essere il concessionario che vigila e controlla se stesso. Vale per tutti i beni pubblici, le autostrade, le strade, le reti delle telecomunicazioni». Sul varo annunciato dal Governo a settembre di un grande piano per le infrastrutture, la leader Cisl sottolinea: «Era ora che si uscisse da un dibattito incomprensibile sul sempre no alle grandi opere e si iniziasse a pianificare in modo concreto la revisione e l’ammodernamento di quello che già c’è, ma anche a dotare il paese delle nuove opere infrastrutturali indispensabili. A partire dalla Gronda di ponente, di cui si discute da 20 anni: se oggi ci fosse stata avremmo in parte già risolto il problema della viabilità per i mezzi pesanti. E poi la Tav, la Tap, il Terzo valico. Le risorse nazionali ed europee per questi interventi ci sono. Il problema è che il nostro Paese non riesce a spenderle a causa dei veti incrociati della politica. Comunque credo che il governo faccia bene ad aprire una discussione con Bruxelles per rivedere i trattati e il fiscal compact sugli investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione». Infine sulla eventuale revoca della concessione, la Furlan precisa: «Non so se sarà revocata la concessione. Certamente il governo si farà carico delle tutele per tutti i lavoratori. Sarebbe assurdo che a pagare fossero i lavoratori”.