Parità di genere, il lavoro di una donna vale la metà di quello di un uomo

Sondaggio Intermedia Selection

GIU 20, 2018 -

Roma, 20 giu. (askanews) – Quanto vale il lavoro di una donna? La metà di un euro. Secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, nel nostro Paese una donna in media guadagna 0,47 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo. Secondo il WEF, insomma, la parità salariale per il nostro Paese è ancora lontana. Se consideriamo questo dato alla luce di altri indicatori relativi alla parità di genere, il quadro diventa ancora più chiaro: mentre l’Europa si pone ai primi posti nel mondo per gender equality, l’Italia resta in coda.

Intermedia Selection, azienda leader in Italia nella ricerca e selezione di Professional e Middle Management, partendo da queste riflessioni ha raccolto le opinioni del proprio network e dei candidati attraverso un sondaggio “Nel nostro ruolo, disponiamo di un osservatorio privilegiato rispetto alle trasformazioni del mondo del lavoro e alle dinamiche sociali ed economiche che lo influenzano” evidenzia Francesco Tamagni, General Manager di Intermedia Selection – “Nella nostra attività di analisi dello scenario globale, e tanto più di quello nazionale, siamo quindi primi “intercettatori” di questi fenomeni e ci piace ambire a poter svolgere una sorta di funzione di sensibilizzazione su ciò che avviene sul mercato e, perché no, poter essere in qualche modo acceleratore di cambiamenti positivi. I temi della diversity, e tanto più del gender pay gap, sono argomenti emersi con forza in questi ultimi anni e, come Intermedia Selection, risultano pertanto argomenti di confronto quotidiano nella nostra attività, al nostro interno, con i clienti e con i candidati.” Partendo dai dati più descrittivi, dal sondaggio risulta che la composizione del management sia per un 25% di aziende formato da soli uomini, oltre il 45% delle realtà ha un management misto ma comunque con un’importante prevalenza di figure maschili.

Alice Federici, Senior Recruiter di Intermedia Selection, afferma che: “quindi più del 70% delle aziende, di cui fa parte la popolazione che ha risposto al questionario, hanno un management prevalentemente maschile, mentre solo il 25% di queste ha un egual numero di donne e di uomini nei ruoli manageriali. ————————– Roma el 5% di queste realtà risulta avere una disparità di genere nel management a favore delle donne”.

Retribuzione – Rispetto alla retribuzione le donne e gli uomini si suddividono nelle diverse fasce di retribuzione in modo molto diverso La percentuale delle donne diminuisce in modo significativo all’aumentare della retribuzione annua: più del 45% afferma di avere una RAL al di sotto dei 35.000 €, meno del 30% invece si posiziona tra i 35.000€ e i 45.000€, si scende sotto al 20% di donne che guadagnano tra i 45.000€ e i 65.000€, poco più del 5% hanno invece una retribuzione annua tra i 65.000€ e i 90.000€.

Per gli uomini, invece, non si evidenzia una differenza così netta nelle diverse fasce di retribuzione e il picco maggiore si ha nella fascia tra i 45.000€ e i 65.000€ di RAL con la presenza di quasi il 35% degli uomini; circa il 25% (contro il 45% delle donne) si posiziona nella fascia più bassa cioè con una retribuzione al di sotto dei 35.000€ e altrettanti risultano nella fascia successiva tra i 35.000€ e i 45.000€. Affermano di raggiungere una retribuzione tra i 65.000€ e i 90.000€ oltre il 15% degli uomini (rispetto al 5% delle donne).

“Leggendo questi risultati si evidenza una differenziazione tra gli stipendi delle donne e quelle dei colleghi uomini. Questo risultato potrebbe essere uno spunto per approfondire se la disparità è data da un’effettiva differenziazione di stipendio tra uomini e donne che ricoprono la stessa posizione in azienda oppure se è dovuta ad una maggiore difficoltà per le donne ad accedere ad una crescita di ruolo/di posizione e, quindi, anche retributiva. Non possiamo non evidenziare un altro dato che emerge dal nostro sondaggio – sottolinea Alice Federici – e cioè la distribuzione del campione che ha risposto nei diversi ruoli/inquadramenti contrattuali: gli uomini che hanno risposto al sondaggio sono per l’ 11% dirigenti, per il 42% quadri direttivi, per il 28% impiegati; la popolazione femminile che ha risposto invece ricopre per il 5% ruoli dirigenziali, per il 25% ruoli quadro direttivo e per il 55% ruoli impiegatizi” La percezione – Interessante è il confronto tra le risposte degli uomini e quelle delle donne alle domande del sondaggio che indagano la percezione di parità di genere nel mondo del lavoro. Il 66% delle donne è d’accordo con l’affermazione che “(…) le donne hanno dovuto dimostrare di più dei colleghi uomini per ottenere gli stessi riconoscimenti” mentre il 32% degli uomini si astiene indicando di non essere né d’accordo e né in disaccordo con l’affermazione e solo un quarto del campione maschile intervistato si sbilancia verso l’essere in accordo che le loro colleghe donne devono dimostrare di più per ottenere gli stessi riconoscimenti. Lo stesso per la domanda sulla percezione della propria discriminazione in base al genere. Roma, 20 giu. (askanews) – Il 60% degli uomin ato discriminato nei processi di crescita professionale per il genere di appartenenza; le donne rimangono, invece, con idee molto diverse senza evidenziare una posizione netta. Mentre netta è la percezione della differenza di retribuzione: il 66% delle donne conferma una differenza di retribuzione dettato dal genere di appartenenza mentre gli uomini mostrano di avere una percezione meno chiara sbilanciandosi sul non essere in accordo

“Abbiamo deciso di fare la nostra parte per aiutare a comprendere meglio le dinamiche che rappresentano il mercato del lavoro in Italia oggi”. Afferma Chiara Robecchi Practice Leader di Intermedia Selection: “Ogni anno andremo in profondità su un tema che emerge dal nostro stare in ascolto. Non spetta a noi emettere un giudizio ma vogliamo mettere a disposizione di tutti i risultati sperando possano aiutare ad una lettura veritiera del mercato del lavoro da parte dell’opinione pubblica”