Unaitalia: Consumi di carni bianche +24% in 5 anni

Forlini: filiera tutta italiana che genera valore per tutto Paese

GIU 14, 2018 -

Roma, 14 giu. (askanews) – Roma, 14 giugno 2018 – Assicurare agli italiani un prodotto che coniuga gusto, qualità, sicurezza e convenienza. Proseguire l’impegno su alcuni temi di particolare interesse come il benessere animale, le biosicurezze e la sostenibilità dei processi produttivi, affrontando le difficili sfide come quella (vinta) della razionalizzazione dell’uso del farmaco negli allevamenti (-63% di antibiotici dall’applicazione del piano di riduzione del 2015). Unaitalia, l’associazione di riferimento del settore avicolo italiano, in occasione della sesta Assemblea Nazionale tenutasi oggi a Roma, traccia il bilancio di un settore che riscuote la fiducia dei consumatori italiani, certificata dall’aumento costante dei consumi (le carni avicole sono ormai le carni più consumate in Italia con 21Kg a testa nel 2017) e dalle conclusioni di un’indagine dell’istituto di ricerca Ipsos, secondo cui gli italiani giudicano positivamente il lavoro dei produttori avicoli, le norme che regolano il settore e il modo in cui vengono allevati gli animali.

Nelle abitudini di consumo alimentare, sempre più orientate alla scelta di prodotti ad alto contenuto di servizio, con garanzie di qualità, sicurezza e con un occhio alla salute, la carne bianca ha scalato i gradini delle preferenze degli italiani, che affermano di aver aumentato i consumi di pollo e tacchino del 24% negli ultimi cinque anni. Dall’indagine Ipsos è emerso che per la maggioranza della popolazione, il 54% degli italiani, pollo e tacchino sono ormai diventate la principale fonte di proteine. La carne bianca è l’unica fonte proteica di origine animale che vede aumentare i consumi e ha affiancato legumi e prodotti vegetali nelle abitudini alimentari degli italiani.

Lo conferma anche l’analisi sui dati di consumo e produzione di Unaitalia, secondo cui nel 2017 i consumi complessivi sono rimasti sostanzialmente stabili, poco al di sotto dei 21Kg pro-capite l’anno, con un +0,7% segnato dal segmento del pollo: un risultato che consolida la crescita degli ultimi anni, dopo il +2,4% registrato dai consumi avicoli nel 2016. Il settore d’altra parte continua a creare valore: 5.850 milioni di euro di fatturato nel 2017, in crescita rispetto al 2016 di circa il 7%.

Un fattore chiave, sempre più rilevante nelle scelte e nei comportamenti d’acquisto dei consumatori, è la fiducia. E l’indagine Ipsos conferma che gli italiani si fidano dei produttori avicoli nazionali. Il 70% dichiara di avere un’opinione positiva del settore, il 61% si fida dei produttori avicoli, e il 51% promuove l’impegno sulla sostenibilità. Fiducia che si estende anche a temi etici emergenti e sempre più al centro delle scelte dei consumatori, come il benessere animale. Secondo la ricerca Ipsos, infatti, il 70% degli italiani ha un giudizio positivo o neutro su come vengono allevati gli animali.

La fiducia dei consumatori verso i produttori avicoli italiani trova riscontro nell’attenzione che negli ultimi anni il settore ha dedicato a temi come il benessere animale, l’informazione al consumatore, l’innovazione teconologica, la qualità e la sicurezza dei prodotti. Ne è un esempio l’azione di riduzione degli antibiotici negli allevamenti. A partire dal 2015, il settore ha attuato – di concerto con il Ministero della Salute – una politica di riduzione dell’uso dei farmaci, che ne ha permesso un taglio del 63%. Un percorso che il comparto porterà avanti anche in futuro, consolidando la riduzione dell’uso di alcuni antibiotici rilevanti nella medicina umana.

Tutto il pollo che mangiamo in Italia è di produzione nazionale. Quella avicola è l’unica filiera nel panorama zootecnico nazionale che garantisce l’autosufficienza rispetto al consumo interno, con un tasso di approvvigionamento pari al 103%. Tuttavia, molti italiani (il 64% secondo la ricerca Ipsos) non sanno che il pollo che portano in tavola è italiano. In realtà tutta la filiera avicola è 100% italiana. E più della metà di chi non sapeva che tutto il pollo portato in tavola fosse italiano, dice che – acquisita questa informazione – potrebbe consumare più carne bianca.

L’Assemblea di Unaitalia è stata anche l’occasione per il rinnovo dei vertici dell’associazione, con la nomina a Presidente di Antonio Forlini, che ha preso il posto di Aldo Muraro, figura storica dell’avicoltura nazionale, scomparso nel marzo scorso. Teramano di 58 anni dal 1996 è dirigente del Gruppo Amadori. Forlini inizia il suo mandato affiancato alla vicepresidenza da Mario Crescenti (AD Avicola Alimentare Monteverde), Giovanni Fileni (presidente Gruppo Fileni) e Mario Veronesi (presidente Veronesi Holding Spa).

“La nostra è una filiera italiana – ha dichiarato il neopresidente Forlini – che genera valore per tutto il Paese sia in termini di occupazione, valori sociali ed economici, sia in termini di benessere dei consumatori e del territorio. Gli italiani scelgono le carni bianche per il loro ottimo profilo nutrizionale, ma anche perché esiste una straordinaria capacità delle nostre aziende e dei nostri allevatori di offrire un prodotto di assoluta qualità, che risponde perfettamente alla domanda dei consumatori che vogliono alimenti buoni e sani, alleati della salute e del benessere e prodotti in modo sostenibile”.

Con 18.500 allevamenti, di cui 6.400 professionali, che impiegano 38.500 addetti, la filiera avicola italiana rappresenta un modello per la zootecnia nazionale. Proprio con l’obiettivo di evidenziare il ruolo di un settore che mantiene forti radici agricole e valorizzare del grande capitale umano, Unaitalia ha promosso la seconda edizione del premio “Avicoltore dell’anno”: Premio 2018 Migliori pratiche del settore avicolo italiano”. I cinque premiati sono, Giuseppe Belloni (Benessere animale), Vincenzo Petitti (Benessere animale), Lorenza Scotton (Benessere animale), Giuseppe Ciarciello (Sostenibilità ambientale) e Marco Lavarini (Innovazione tecnologica).