Società partecipate, Mef richiama amministrazioni fuori riforma

Stanno partendo 170 lettere ad altrettante amministrazioni pubbliche

MAG 25, 2018 -

Roma, 25 mag. (askanews) – Iniziano a partire oggi le circa 170 lettere indirizzate ad altrettante amministrazioni pubbliche che, nel quadro della riforma delle società partecipate – prevista dal Testo Unico di cui al D.lgs. n. 175/2016 – potrebbero risultare inadempienti per aver dichiarato l’intento di non procedere a razionalizzazioni o dismissioni. Lo rende noto il ministero dell’Economia specificando che la Struttura di monitoraggio delle partecipazioni pubbliche, costituita presso il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, invia tali richieste di chiarimenti dopo aver monitorato le dichiarazioni rese da un primo gruppo di 300 enti, (Regioni, Province e Città Metropolitane, Comuni capoluogo di provincia e Comuni non capoluogo con popolazione superiore a 50.000 abitanti) selezionati in ragione della loro rilevanza. Successivamente, saranno via via monitorate le partecipazioni detenute dagli altri enti che hanno dichiarato di voler mantenere le partecipazioni senza adottare misure di razionalizzazione.

Nel complesso, dagli esiti definitivi della ricognizione straordinaria delle partecipazioni si conferma che circa una società partecipata su tre sarà interessata da interventi di dismissione, come era risultato ad una prima valutazione dei dati pervenuti. Alla chiusura della rilevazione è risultato che il 90 per cento dei circa 10.500 enti tenuti ad effettuare la ricognizione straordinaria ha provveduto alla trasmissione del piano. Il restante 10 per cento è rappresentato per la gran parte da comuni con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti ed è presumibile che il numero delle partecipazioni da questi detenute non sia tale da modificare sostanzialmente il quadro complessivo dei risultati della rilevazione.

Le amministrazioni hanno comunicato la detenzione di 32.486 partecipazioni, riconducibili a 5.698 società, delle quali 4.738 sono direttamente partecipate dalle amministrazioni dichiaranti.

Con l’invio delle richieste di chiarimenti la Struttura avvia una procedura che si inquadra fra gli approfondimenti necessari al monitoraggio delle partecipazioni che gli enti hanno dichiarato di non voler dismettere e che, ad una prima verifica, non sembrano avere i requisiti e le caratteristiche previste dalla riforma per il loro mantenimento in mano pubblica. Tali requisiti, stabiliti nel Testo Unico, fanno riferimento al tipo di attività svolta, al fatturato, al risultato economico, al numero dei dipendenti, al numero degli amministratori. Le analisi finora effettuate hanno portato all’individuazione di circa 1.600 società che presentano elementi di criticità rispetto alle disposizioni della riforma.