Acqua da bere, Italia a metà tra consapevoli e indifferenti

67% popolazione compra acqua in bottiglia: pensano sia più sicura

MAR 22, 2018 -

Roma, 22 mar. (askanews) – Poco più della metà degli italiani, 26,8 milioni di persone, è attento alle tematiche sul consumo dell’acqua da bere, ma una parte consistente del Paese (47%) rimane indifferente all’argomento. Così, tra disinformazione e pregiudizi, il 67% della popolazione, nonostante l’impatto economico e ambientale, preferisce acquistare l’acqua minerale in bottiglie di plastica, ritenendola più sicura rispetto a quella del rubinetto. Sono alcuni dei risultati emersi dall’analisi sui comportamenti degli italiani relativi al consumo d’acqua, realizzata da Lifegate, in collaborazione con l’Istituto di ricerca Eumetra MR e con il supporto di Culligan, azienda che opera a livello internazionale nel settore dell’acqua da oltre 80 anni.

Il primo dato significativo che emerge dalla ricerca è che in Italia vi è una netta spaccatura tra chi è consapevole di quanto sia importante l’argomento “acqua” (il 53% del campione) e chi, al contrario, non ha alcun interesse. Fra gli informati, il 38% si dichiara moderatamente attento, mentre solo il 15% è super attento. Quest’ultimi sono soprattutto laureati di 35-44 anni, provenienti dal nord-est del Paese.

Lo studio conferma che fra le mura domestiche il 67% del campione, residente soprattutto al sud o nelle isole, preferisce consumare acqua minerale in bottiglie di plastica e più della metà, persone tra i 18 e i 34 anni, lo fa abitualmente. Per il 47% la scelta è dovuta a una percezione di maggiore sicurezza. Per il 20% è invece una questione di comodità, mentre solo il 16% sceglie l’acqua minerale confezionata perché ne preferisce il gusto. L’acqua del rubinetto depurata è l’opzione preferita dal 27% del campione. La scelta è dovuta a sicurezza (40%), benefici salutistici (16%) o minore impatto sull’ambiente (10%). Infine, il 18% dichiara di consumare acqua del rubinetto non depurata, soprattutto per abitudine familiare (32%), comodità (27%) e minore costo (20%).

A fare da contraltare al grande utilizzo delle bottiglie di plastica c’è la diffusa consapevolezza dei rischi per l’ambiente che tale scelta comporta. In particolare, il 90% del campione è consapevole che nel 2050, nei nostri mari, vi sarà più plastica che pesci. Il 91% è altrettanto convinto che la produzione e il trasporto di acqua minerale in bottiglia comportino un elevato impatto ambientale in termini di emissioni di anidride carbonica. Infine, per quanto riguarda i costi economici, il 92% del campione è a conoscenza che l’utilizzo di acqua minerale in bottiglia determini un esborso a famiglia che varia da 300 a 700 euro, in funzione della qualità del prodotto.

“Dai risultati di questa analisi – spiega Giulio Giampieri, direttore generale di Culligan – emerge come in Italia sia necessaria una maggiore educazione e informazione sul consumo d’acqua potabile pubblica, utilizzata quotidianamente in tanti altri stati europei. In particolare, occorre spiegare alla gente che l’acqua del rubinetto è sottoposta a controlli sempre più severi, che la rendono buona e sicura. Una scelta economica e sostenibile”.