Confindustria-sindacati, accordo su nuove relazioni industriali

Boccia: in un momento delicato per Paese le parti sono compatte

MAR 9, 2018 -

Roma, 9 mar. (askanews) – Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, hanno firmato l’accordo su nuove relazioni industriali e modello contrattuale dopo l’intesa raggiunta nella notte del 28 febbraio.

Le parti sociali ritengono che un sistema di relazioni “più efficace e partecipativo” sia necessario “per favorire i processi di trasformazione nella manifattura e nei servizi innovativi e di supporto all’industria”. Sono confermati i due livelli di contrattazione, nazionale e aziendale o territoriale, favorendo il collegamento tra salari e produttività. Entrano nel linguaggio dei contratti due nuovi termini: trattamento economico minimo (Tem) e trattamento economico complessivo (Tec).

Stretta in vista anche per i “contratti pirata” grazie alla misurazione della rappresentatività per le imprese. L’accordo vuole infatti contrastare “la concorrenza sleale causata dai contratti pirata che stabiliscono condizioni di lavoro e retribuzioni del tutto irragionevoli e non eque”. Maggiore spazio poi al welfare integrativo contrattuale e alla valorizzazione dei percorsi che coniugano formazione e lavoro. Le parti riprenderanno anche il confronto per completare l’attuazione del testo unico su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

“In un momento delicato per il Paese – ha detto Boccia – le parti sociali si compattano e non si dividono. Si passa dalla stagione del conflitto a quella del confronto. Bisogna fare le cose con responsabilità e costruire una stagione in cui crescita e competitività non siano i fini, ma i mezzi”. Il leader dell’associazione di viale dell’Astronomia ha ricordato che il percorso per giungere all’intesa è stato lungo e difficile: E’ stato un anno e mezzo importante, di confronto serrato e di apprezzamento per una dimensione di lealtà e fiducia che è scaturita”. Due i pilastri del nuovo accordo, ha ricordato Boccia: “La centralità delle imprese nell’economia e la centralità della persona nella società”.

Secondo Camusso “l’accordo è un investimento che unitariamente facciamo sulla funzione della contrattazione. Decliniamo una serie di principi e modalità per uscire dalla crisi e investire sul futuro. Veniamo da una lunga stagione dove l’autonomia delle parti è stata messa in discussione. Con questa intesa riaffermiamo la centralità della funzione del lavoro e della funzione industriale. Dopo un’ampia discussione definiamo l’idea che i salari possono crescere”.

Furlan ha sottolineato i “messaggi importanti” contenuti nell’intesa: “Imprese e lavoro sono un bene comune del Paese, un bene prezioso che va salvaguardato. Si conclude, unitariamente, un percorso lungo cui abbiamo lavorato tutti – ha aggiunto la leader della Cisl – oltre un anno di confronti significativi e serrati. Nemmeno un minuto del lavoro fatto è stato perso. Lavoro e imprese sono la vera molla, gli elementi positivi e importanti per creare e alzare la competitività basata sulla qualità. Attraverso il dialogo e il confronto eccome se si può fare. Questo accordo è straordinariamente innovativo per come vengono affrontati i temi del salario e del protagonismo dei lavoratori dentro le aziende”.

E Barbagallo: “Con questo accordo vogliamo favorire il decollo della ripresa economica. Abbiamo avuto l’esigenza di discutere a lungo perché si tratta di temi significativi”. Con questa intesa le parti sociali dicono no a eventuali interventi legislativi. “Al massimo leggi a sostegno – ha affermato il numero uno della Uil – ma non che sviliscono il ruolo delle parti. Abbiamo l’esigenza di far crescere i salari per rafforzare la crescita, ma anche la produttività mettendo al centro il ruolo del lavoro e dei lavoratori”.