Mps, Morelli: lasciai perchè in dissenso su operazione Alexandria

Mio modus operandi non era allineato agli standard della casa

MAR 8, 2018 -

Milano, 8 mar. (askanews) – Nel 2010 “ho ritenuto opportuno uscire” da Mps “visto che il mio modus operandi non era allineato con la banca” e anche perché “avevo ricevuto all’epoca un’offerta di lavoro importante” (dg Intesa Sanpaolo). Lo ha sottolineato l’attuale Ad del Monte, Marco Morelli, sentito come testimone nell’ambito del principale filone del processo milanese che vede coinvolti gli ex vertici della banca per presunte irregolarità finanziarie. “I miei comportamenti – ha spiegato Morelli – erano diversi, erano disallineati rispetto agli standard della casa non solo su questa operazione (Alexandria, ndr), su cui ero in disaccordo”.

Sul derivato Alexandria “dissi che era un’operazione che non andava assolutamente fatta”, ha proseguito. Morelli racconta anche che il 2 luglio 2009, in occasione del Palio di Siena, di aver incontrato il dg Vigni e il presidente Mussari “e li feci una battuta: che mi avevano detto che questa operazione di ristrutturazione andava avanti e che andava avanti nonostante io e le mie strutture fossero contrarie”.

“L’operazione viene fatta lo stesso – ha detto – le mie strutture manifestarono in maniera inequivocabile dissenso su un certo modus operandi e tutto va avanti nonostante la mia presa di posizione”. “Quando ciò accade in una struttura complessa non hai altra scelta” che andartene, ha aggiunto.

Nel mirino dei pm milanesi in particolare il prestito ibrido Fresh nell’ambito dell’aumento di capitale del Monte al servizio dell’acquisizione di Banca Antonveneta. Morelli lasciò il gruppo Mps, quando era Cfo, nel febbraio 2010.