Acea, Camusso: ottima notizia abolizione norme Jobs act

"Può essere punto di svolta"

FEB 7, 2018 -

Roma, 7 feb. (askanews) – “È un’ottima notizia l’abolizione in Acea delle norme introdotte dal Jobs Act. Può segnare un punto di svolta che potrà consentire, anche a quell’azienda, di essere attenta non solo ai bisogni del management e della politica, ma a quelli ben più importanti dei cittadini e dei lavoratori”. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso commenta l’accordo integrativo firmato nella notte tra sindacati e la Multiservizi.

Per Camusso “quanto sottoscritto in Acea apre una nuova fase della contrattazione. Abbiamo avuto come obiettivo il miglioramento delle condizioni di lavoro attraverso la riconquista di diritti che il legislatore, sbagliando, riteneva superati e inutili. Diritti – prosegue – la cui cancellazione ha provocato una ricaduta negativa non solo sull’insieme delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche sui livelli qualitativi dei servizi erogati e della soddisfazione degli utenti e sui risultati economici dell’impresa”.

“Acea ha dimostrato coraggio, ma non è la sola che si sta muovendo in questa direzione. Finalmente – aggiunge il segretario generale della Cgil – anche le aziende si rendono conto della necessità di puntare su occupazione, produzione e investimenti di qualità, che non possono basarsi sul sistema di paura e ricatto introdotto dalle norme del Jobs Act”. “Un mondo del lavoro e dell’impresa cambiato – continua – che per competere non chiede più ordine e disciplina, ma creatività e collaborazione”.

“Per questo – sostiene il leader della Cgil – servono nuovi diritti che sappiano tutelare al contempo il lavoro esistente e quello futuro. Noi – ricorda – abbiamo messo in campo una legge di iniziativa popolare, la ‘Carta universale dei diritti’, sulla quale abbiamo raccolto oltre 1.300.000 firme”. “L’accordo Acea – conclude Camusso – si inserisce nella campagna per dare al mondo del lavoro nuove tutele e nuovi diritti, ed è subordinato al voto delle lavoratrici e dei lavoratori. Un atto di democrazia reale e concreto”.