Ristorazione motore ripresa consumi: 83 mld spesi in 2017 (+3%)

Rapporto Fipe: è settore trainante della filiera agroalimentare

GEN 18, 2018 -

Milano, 18 gen. (askanews) – Bar e ristoranti si confermano il volano della ripresa dei consumi delle famiglie italiane che complessivamente nel 2017 hanno speso per mangiare fuori casa oltre 83 miliardi di euro, il 3% in più dell’anno scorso. Continua a calare, al contrario, la spesa alimentare in casa. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto Ristorazione della Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, presentato a Milano.

Il Rapporto Fipe, che quest’anno è stato dedicato a Gualtiero Marchesi, “intelligenza e umanità della ristorazione italiana”, ha fatto il punto sull’andamento del settore dei pubblici esercizi in Italia: emerge un quadro di sostanziale ottimismo soprattutto per quanto concerne l’andamento dei consumi alimentari fuoricasa, ormai attestati sul 36% dei consumi alimentari complessivi, e il fronte occupazionale, con una crescita del 3,3% sull’anno precedente. Continuano a preoccupare, invece, l’elevato numero di aziende che chiudono e un tasso di produttività che resta sotto i livelli pre-crisi. La ristorazione, con 41 miliardi di euro di valore aggiunto, rimane il settore trainante della filiera agroalimentare italiana, più importante di Agricoltura e Industria Alimentare. Numeri che fanno dell’Italia il terzo mercato in Europa per la ristorazione dopo Regno Unito e Spagna: con i consumi che dall’inizio della crisi ad oggi sono aumentati di 2,4 miliardi di euro, rispetto a +1 mld in Francia, ai -11 miliardi in Spagna e ai -3,7 miliardi nel Regno Unito.

“I numeri del Rapporto Ristorazione 2017 confermano un trend di ripresa che porta i consumi nella ristorazione al livello pre-crisi – è stato il commento di Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe -. Anche sotto il profilo dell’occupazione il nostro settore si conferma tra i pochi in grado di creare nuovi posti di lavoro”. Non mancano, tuttavia, le ombre. “Il numero di imprese che chiudono resta elevato – ha aggiunto Stoppani – e la produttività rimane sotto ai livelli toccati prima della crisi. Diventa difficile in queste condizioni trovare le risorse per investire e per fare quelle innovazioni di cui il settore ha grande bisogno”. (segue)