Mps, soci a Commissione banche: chiarire su Bankit e Consob (rpt)

Associazione Buongoverno Mps ha inviato memoria

GEN 18, 2018 -

Roma, 18 gen. (askanews) – L’Associazione Buongoverno Mps, che associa i piccoli azionisti del Monte dei Paschi di Siena, ha inviato alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche una memoria di cinque pagine che “si focalizza su alcuni argomenti che ritiene di assoluto rilievo nella ricerca della verità e delle responsabilità” sulla crisi della banca senese.

Per i piccoli azionisti, nel 2008 in occasione dell’aumento di capitale del Monte al servizio dell’acquisizione di Banca Antonveneta, “Banca d’Italia acconsentì che Mps effettuasse un aumento di capitale in cui solo 5 miliardi su 8 erano di prima qualità (cioè azioni di nuova emissione, Ndr)”. Gli altri 3 miliardi erano rappresentati da 1 miliardo di obbligazioni convertibili Fresh (Additional Tier) e 2 miliardi di obbligazioni subordinate (Upper Tier 2).

A detta dell’associazione “non si comprende perché la Banca di Italia non abbia richiesto a Mps un aumento di capitale di primaria qualità adeguato all’enorme impegno di risorse che l’acquisizione di Banca Antonveneta imponeva”. Anche alla luce delle risultanze dell’ispezione del 2006 della vigilanza sulla banca veneta conclusasi “con esito in prevalenza sfavorevole in merito alla raccolta e agli impieghi (qualità dell’attivo)”. Oltre a questo c’era anche il deficit di raccolta dell’Antonveneta che si traduceva in 7,5 miliardi di debiti con Abn Amro e 400 milioni con Royal Bank of Scotland di cui “Banca di Italia era a conoscenza”.

Per i piccoli azionisti di Mps, “non si mai è fatta chiarezza sulla “adeguata consistenza economica-patrimoniale di Mps per affrontare tale onere” mentre un più robusto aumento di capitale primario avrebbe potuto evitare a Mps “il ricorso ai Tremonti-bond (1,9 miliardi di capitale di primaria qualità a debito solo pochi mesi la ricapitalizzazione di 5 miliardi, Ndr) e al successivo aumento di capitale del 2011 (2,1 miliardi con l’emissione di azioni di nuova emissione, Ndr)”.

Anche su Consob, per l’Associazione Buongoverno Mps, “sussistono ulteriori aspetti che meriterebbero un chiarimento: nell’esposto anonimo ricevuto da Consob nel luglio del 2011, riguardante comportamenti infedeli di dipendenti di grado elevato, si faceva riferimento anche ad una ispezione al Desk dell’Area Finanza della Filiale di Londra di Mps da parte della Fsa (Financial Service Authority), struttura che peraltro dipendeva direttamente da Siena e non dalla Filiale di Londra di Mps. Ci chiediamo se Consob abbia mai effettuato un confronto con Fsa al riguardo, dato che la stessa authority inglese aveva ascoltato l’allora responsabile della filiale di Londra, dott. Boccanera. Nel caso questo confronto sia avvenuto, vorremmo conoscere quali siano stati gli elementi emersi”, scrivono i piccoli azionisti di Mps nella memoria alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche.

Poi “nel gennaio 2014 la Consob ricevette una comunicazione dalla Bafin (autorità di Vigilanza in Germania, Ndr) contenente informazioni in merito al fatto che dal III trimestre del 2013 Deutsche Bank contabilizzava Santorini come prodotto derivato. Come mai Consob non chiese immediatamente a Mps di modificare le scritture contabili, secondo gli stessi criteri adottati da Deutsche Bank, ed allo stesso tempo non domandò di rivedere tuttii bilanci dal 2008 al 2013? Consob lo farà solo nel 2015, a seguito dell’intervento da parte della Magistratura”.

La memoria cita poi le dissonanze, in sede di Commissione di inchiesta, tra la relazione di Consob (Apponi) del 21.11.2017 e quella di Bankitalia (Barbagallo) del 22.11.2017; le numerose assunzioni di ex dipendenti di Banca d’Italia da parte di altre banche, in particolare di figure che ricoprivano incarichi ispettivi; valutazioni in merito alla quantità dei Npl in rapporto alla media nazionale del sistema bancario, “pari a 2,5 volte la media di sistema”, conclude l’Associazione.