Rai, Sassoli (Upa), demenziale progetto Renzi abolire canone

E tetti pubblicità:"servizio pubblico diventerà servizio politici"

GEN 6, 2018 -

Roma, 6 gen. (askanews) – I grandi utenti pubblicitari bocciano senza appello la proposta del segretario Pd Renzi di togliere il canone e di fare sostanzialmente della Rai una televisione commerciale. Lorenzo Sassoli de Bianchi presidente dell’Upa, l’associazione che raggruppa i grandi utenti pubblicitari, oltre che imprenditore come fondatore e presidente della Valsoia, in un’intervista a Prima Comunicazione non lesina gli aggettivi negativi. Sassoli un manager solitamente molto calmo e diplomatico, da sempre grande sostenitore del servizio pubblico – si legge nell’articolo – non si trattiene nell’esprimere il proprio stupore e sconcerto di fronte alla proposta di Renzi che definisce senza mezzi termini “demenziale, confusa, contraddittoria, demagogica, elettoralistica”. E spiega:” Sono stupefatto dell’accanimento che Renzi ha mostrato e continua a mostrare nei confronti della Rai come se fosse roba sua da utilizzare per i suoi interessi politici. Invece non è cosi. La Rai è dei cittadini italiani che pagano il canone e caso mai degli investitori pubblicitari che portano nelle sue casse settecento milioni di euro all’anno”.

Perché Sassoli è così severo rispetto ai comportamenti di Renzi sulla Rai? “La decisione di abolire “la brutta tassa sulla tv”, come Renzi chiama il canone – risponde il presidente dell’Upa – è solo l’ultima delle scelte disastrose che, prima da leader del governo e poi da dietro le quinte come capo del Pd, Renzi ha messo in atto nei confronti del servizio pubblico. Dichiaro subito di credere al valore del servizio pubblico tanto più in un mondo mediatico e della comunicazione sempre più confuso e difficile da interpretare. Un servizio pubblico che va molto valorizzato e migliorato. E sono convinto che i cittadini non siano cosi contrari a pagare per concederselo”.

Da dove trae queste convinzioni? “Dalle numerose ricerche – risponde Sassoli de Bianchi ad Alessandra Ravetta – che in Upa realizziamo per capire i sentiment dei consumatori e dei cittadini rispetto ai media e a tutto ciò che sta intorno ai consumi e alla comunicazione. Spendere soldi in comunicazione è una cosa seria e noi cerchiamo di sapere il più possibile di cosa pensano i nostri clienti. E le assicuro che sul tema canone Rai c’è sempre stato un atteggiamento ambivalente e contraddittorio: gli italiani tengono molto al Servizio pubblico anche se non hanno mai amato pagare il canone. Come peraltro succede con qualsiasi altra tassa. Il passaggio del canone in bolletta, come ha visto, non ha fatto scoppiare rivoluzioni nè moti di popolo. Era stata un’ottima idea del governo Renzi su cui poi per atteggiamenti demagogici si è incominciato a picconare decidendo improvvisamente, in vista del referendum del novembre del 2016, di ridurre di dieci euro la cifra da pagare. Uno sconticino per conquistare il favore degli elettori? Come si è visto nelle occasioni elettorali che sono seguite a Renzi non è servito a niente e in compenso ha messo in difficoltà la Rai che si è trovata con budget già chiusi a rivedere tutte le sue previsioni di investimenti e spese con effetti visibili sui palinsesti”.