Spesa con i sacchetti riutilizzabili? L’Ok della Commissione Ue

Portavoce: obiettivo direttiva ridurre borse plastica nei rifiuti

GEN 4, 2018 -

Bruxelles, 4 gen. (askanews) – Il presunto divieto per i clienti dei supermercati in Italia di usare le proprie borse o i propri sacchetti riutilizzabili per fare la spesa – in alternativa alle buste di plastica biodegradabile fornita, a pagamento, dai supermercati stessi per imballare alimenti sfusi come frutta e verdura – non solo non è prescritto dall’Ue, ma appare in contraddizione con gli obiettivi della stessa legislazione comunitaria sulla gestione dei rifiuti. E’ quanto si evince dalla risposta che ha dato oggi a Bruxelles il portavoce della Commissione europea responsabile per l’Ambiente, Enrico Brivio, ad alcuni giornalisti italiani.

La normativa italiana, approvata nell’agosto scorso, recepisce la direttiva Ue del 2015 (Ue 2015/720) che mirava a minimizzare l’utilizzo e l’impatto sull’ambiente dei sacchetti per la spesa in plastica leggera e non biodegradabile (“shopper”). La possibilità per i consumatori di usare i propri sacchetti riutilizzabili per la spesa nei supermercati è stata messa in discussione da controverse circolari ministeriali che paventano il rischio di “contaminazioni”.

“L’obiettivo della direttiva – ha ricordato Brivio – era quello di porre un freno all’uso nell’Ue di buste di plastica, che oggi vengono consumate al ritmo preoccupante di 100 miliardi all’anno”.

“In linea con il principio ‘chi inquina paga’, l’obiettivo della legislazione Ue è di utilizzare le buste di plastica solo quando ce n’è davvero bisogno; altrimenti vanno usate, quando è praticabile, borse o sacchetti riutilizzabili per il trasposto dei prodotti dai negozi a casa”.