Wine2Wine, Boscaini: l’Italia è il paese del vino non la Francia

Bisogna fare sistema nel mondo del vino con meno burocrazia

DIC 5, 2017 -

Roma, 5 dic. (askanews) – “Il nostro è il paese del vino mentre la Francia è il paese con delle aree del vino. Abbiamo preso una sbornia. Questo paese del vino non è capace di raccontarsi in modo univoco. Dobbiamo tornare a portare la boccia al centro, dire che l’Italia è il paese del vino e ha trovato un driver che è rappresentato dai ristoranti italiani nel mondo, ma oggi non lo è più: i ristoranti spesso hanno solo il nome italiano, e c’è bisogno di un messaggio paese dove il vino diventa perno di un mondo di bellezza, gastronomia e vino”. Sandro Boscaini, patron di Masi Agricola, al Wine2Wine che si svolge a Veronafiere e che chiude i battenti oggi, partecipa alla tavola rotonda dal titolo”Vino italiano: bianco o nero?”. Assieme a lui anche Ernesto Abbona presidente dell’Unione Italiana Vini, Ruenza Santandrea presidente della sezione vinicola dell’Alleanza Cooperative e Matilde Poggi presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

Il problema è che quest’anno il nostro paese viene surclassato proprio dalla Francia in vetta alle classifiche. Poi c’è il fatto che il vino italiano non ha molto appeal in Cina, con solo il 6% contro il 40% della Francia che vende anche a maggior prezzo. In Cina poi, tutte le catene hanno portato il vino nella grande distribuzione. “Dobbiamo puntare sulla nostra diversità”, dice Poggi. “Noi in Europa dobbiamo contare di più”, aggiunge. E a questo proposito Abbona ricorda che “il ministro Calenda ha fatto delle cose importanti. E anche il sottosegretario Scalfarotto”. Il nostro problema, sottolinea Abbona, è che c’è bisogno di tempo e nel nostro paese le persone si avvicendano con troppa rapidità”. Insomma, il problema è la politica. E allora Boscaini aggiunge che “i mezzi ci sarebbero anche , ma ci facciamo del male da soli”, aggiunge. E a fronte del Prosecco” e del suo successo “c’è lo zoccolo duro dei vini fermi che non stanno andando benissimo. Poi ci sono i mercati che hanno bisogno di conoscerci”, rileva ancora Boscaini.

Che l’Italia ha centinaia se non migliaia di viticoltori lo sottolinea ancora Abbona, che dice pure: “il vino francese rappresenta il lusso, noi rappresentiamo il vino della classe media che valuta il vino non solo per l’immagine”. Ma “noi italiani facciamo molta fatica a fare sistema”, ribatte Poggi. Tanto è vero che il prezzo medio adesso è di 2,64 euro in Italia e 5,68 in Francia. E secondo gli ultimi dati Nomisma, evidenziati da Denis Pantini in 10 anni l’export è cresciuto del 74%, gli spumanti, in particolare il Prosecco oltre il 400%, in 5 anni l’afflusso dei turisti trainati dal vino a Montalcino sono cresciuti del 120%, ma nel 2017 saremo sorpassati dalla Francia dopo 7 anni, ma anche il vino Bio è aumentato negli ultimi 10 anni. Senza considerare che in Germania da alcuni anni diminuisce la nostra presenza, e nel Regno Unito c’è il punto interrogativo della Brexit, insomma l’export del vino italiano sta calando. Per fortuna ci sono 19 aziende nei Grandi Marchi che lavorano assieme, e “riescono a fare bene”, conclude Boscaini, l’Italia del Vino Consorzio è un altro, e poi c’è Vinitaly e ancora altri. Chiedo, afferma in ultimo, che non ci siano remore da parte della burocrazia”.