Tim, Sole 24 Ore: destino della rete in bilico tra spin-off e Ipo

E' possibile che Bollorè stia considerando tutte le opzioni

NOV 24, 2017 -

Roma, 24 nov. (askanews) – Telecom smentisce che l’ad Amos Genish abbia parlato di separazione della rete al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha incontrato due volte nell’ultimo mese. Ma Calenda non fa marcia indietro e spiega che “la discussione oggi non è sul controllo della rete ma sulla struttura, se cioè debba essere una sola società o due”.

Lo riporta oggi “Il Sole 24 Ore” spiegando che tali parole coinciderebbero con quanto riferito da alcuni gestori che hanno partecipato giovedì scorso alla conference organizzata da Morgan Stanley a Barcellona, secondo i quali l’ad di Tim avrebbe detto che tutte le opzioni sulla rete sono sul tavolo.

A quanto risulta a “Il Sole-24Ore”, gli uffici Telecom sono stati allertati proprio l’altro ieri per preparare un’informativa sui pro e i contro di un’ipotesi di separazione societaria della rete, un progetto che era già stato avviato nella fase finale della gestione di Franco Bernabè e che potrebbe, perciò, essere ripreso in mano e completato in tempi relativamente brevi.

L’apparente confusione – rileva il quotidiano – è dovuta probabilmente al fatto che ancora non tutte le visioni sono allineate. Genish era arrivato in Telecom con la ferma convinzione che la rete fosse il cuore del core business dell’incumbent, esponendo la sua posizione sia al management interno, sia all’esordio con il mercato e con la stampa italiana.

Cosa è cambiato nel frattempo? È possibile che l’azionista col controllo di fatto, Vivendi, che a sua volta fa riferimento a Vincent Bolloré, presidente e primo azionista della media company transalpina con quasi il 30% dei voti, stia considerando davvero tutte le opzioni e che il cambio di registro del management sia dunque da attribuire a questo. Tant’è che alcuni consiglieri (10 su 15 sono espressi dai francesi) hanno chiesto di portare la questione all’esame del cda già in calendario per il 5 dicembre. Il tutto in un contesto in cui Vivendi deve ancora risolvere il contenzioso con Mediaset e adempiere alle prescrizioni dell’Agcom che non consentono di mantenere il piede in due scarpe, in Tim e nel Biscione, col peso attuale.