Le 5 richieste al governo della distribuzione moderna organizzata

Studio Adm-EY: 101 mld di valore aggiunto e 2 mln di occupati

NOV 22, 2017 -

Milano, 22 nov. (askanews) – Forti di 101 miliardi di valore aggiunto, 2 milioni di occupati e 30 miliardi di contributi versati allo Stato ogni anno – considerando il “valore esteso” del settore (impatto diretto, indiretto e indotto)- le aziende della distribuzione moderna lanciano un manifesto, con cinque richieste, rivolto in prima battuta a governo e istituzioni politiche. “Potrebbe essere una sorta di manifesto elettorale”, ha detto durante la presentazione Giorgio Santambrogio, presidente di Adm, l’associazione distribuzione moderna di cui fanno parte Federdistribuzione, Coop e Conad e che conta 900 imprese della distribuzione in Italia.

Al primo punto di questo manifesto c’è la concorrenza, con la richiesta specifica di una fair competition fra online e negozio fisico, soprattutto nel non-food; al secondo la legalità con la lotta alla contraffazione, all’abusivismo e all’evasione; seguono richieste per il rilancio dei consumi, partendo dall’eliminazione definitiva dell’ipotesi di un aumento dell’Iva “che tarperebbe questa ripresa, per quanto molto polarizzata, dei consumi”, incentivi per gli investimenti, non tanto per nuove strutture quanto per una modernizzazione dei punti vendita esistenti, e una semplificazione del quadro normativo.

Le cinque richieste sono supportate da uno studio sul “valore esteso” che Adm ha realizzato con Ernst&Young e che punta a dimostrare come la distribuzione moderna organizzata sia “una grande risorsa economica per il Paese”. “Ogni settimana 60 milioni di italiani fanno la spesa in uno dei nostri punti vendita – ha detto Santambrogio – più del pubblico televisivo nel prime time”. In questo contesto, la Dmo vanta il 91,5% di fornitori italiani, e di questi il 78% sono pmi. Il 91% degli occupati, inoltre hanno un contratto a tempo indeterminato e il 72% del valore aggiunto è redistribuito in remunerazione del personale.

Questi numeri per Santambrogio sono stati la premessa per “veicolare degli indirizzi di politica economica, per far vedere come la pensa la Dmo su alcuni temi”. Parlando di concorrenza è parità di regole tra on line e luogo fisico, un tema caldo è stato quello della fiscalità: “La fiscalità è il primo elemento di discriminazione – ha attaccato Francesco Pugliese ad di Conad – le tasse si pagano nella stessa maniera e negli stessi luoghi. Accanto a questo c’è la richiesta di eliminazione di monopoli in comparti come quello dei farmaci e dei carburanti. Nell’ambito delle proposte sulla legalità il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gilli, ha sottolineato la necessità “di combattere l’abusivismo. Molti Comuni non riescono più a regolare i centri città, eppure hanno un potere assoluto attraverso la polizia locale di sequestrare la merce”. In questo senso, Albino Russo, direttore generale di Coop, ha evidenziato come “dopo la crisi l’Italia sia diventata più lunga e più larga, ci sono aree dove le regole base non trovano riscontro, aumentano le zone grigie. Per questo occorre ripristinare la legalità lungo tutta la filiera, incluso il commercio”. In tema di incentivi infine l’accento è stato posto sulla necessità di aiuti dallo Stato per modernizzare i punti vendita “renderli captive, favorire la digitalizzazione” per rispondere alla crescita dell’online in modo costruttivo e offrire una alternativa fisica al consumatore che sia realmente competitiva rispetto all’offerta del negozio virtuale.