Dl fiscale, Anafe: siamo presidio legalità per mercato e-cig

Mancini: siamo presidio di legalità

NOV 16, 2017 -

Roma, 16 nov. (askanews) – “Siamo un presidio di legalità e correttezza nel settore del fumo elettronico e – anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale in materia fiscale – siamo pronti a confrontarci con le istituzioni per trovare un necessario punto d’equilibrio capace di garantire gettito all’erario e la tutela di un settore che è fonte di sviluppo economico e garanzia occupazionale”. Così Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria, con riferimento alla pronuncia della Consulta resa nota ieri e all’emendamento approvato in Commissione Bilancio del Senato, dei Senatori Vicari e Sollo, che prevede la vendita di liquidi con nicotina per il fumo elettronico nelle sole tabaccherie, con contestuale chiusura delle rivendite specializzate.

“E’ tuttavia fuorviante e profondamente scorretto – ha aggiunto Mancini – considerare il mercato delle sigarette elettroniche un settore ai confini dell’illegalità. Rappresentiamo lavoratori onesti e aziende sane. D’altra parte è proprio a queste aziende che la Consulta ha già dato ragione nel 2015 dichiarando incostituzionale la super tassa del 58,5% del prezzo di vendita introdotta nel 2013. Ed è stato il TAR Lazio, ritenendone sussistenti i presupposti, a rimettere nuovamente la questione di legittimità costituzionale alla Corte, con conseguente sospensione dei provvedimenti amministrativi sui temi fiscali. In uno Stato di diritto non è accettabile vedersi additare come evasori ai danni dei cittadini per il semplice fatto di aver esercitato i propri diritti e aver adito correttamente la giustizia”.

“Nell’accogliere quindi con profondo rispetto la pronuncia della Consulta – ha sottolineato il presidente di Anafe – non possiamo non ricordare come da diverso tempo Anafe abbia sottoposto alle Istituzioni un’ipotesi di riformulazione del regime fiscale che avesse l’obiettivo di evitare l’incertezza normativa e capace di garantire un gettito reale di almeno 30 milioni di euro, evidentemente maggiore rispetto ai 9.5 milioni che l’emendamento al decreto fiscale punterebbe a recuperare, mettendo tuttavia a repentaglio tutta la filiera e rischiando di generare l’esplosione del mercato illegale. Come ripetutamente chiesto negli ultimi mesi, riteniamo oggi ancora più indispensabile un confronto serio e costruttivo tra Governo, Parlamento e filiera industriale per concordare una nuova cornice regolatoria che consenta alle aziende di poter continuare a operare nel pieno rispetto della legalità”.