S&P promuove l’Italia: rating sale a BBB da BBB-, outlook stabile

Pil 2017 visto crescere dell'1,4% e non più dello 0,9%

OTT 28, 2017 -

Roma, 28 ott. (askanews) – Esattamente una settimana dopo Fitch, anche S&P si è espressa sull’Italia. Promuovendola. L’agenzia di rating ha alzato il giudizio sulla tenuta creditizia del nostro Paese a BBB da BBB- con outlook stabile. E questo perché i rischi all’orizzonte sembrano equilibrati (con quelli in arrivo dal settore bancario in calo). Si tratta di toni più ottimisti di quelli usati da Fitch, che sette giorni prima aveva confermato il rating BBB, a sua volta con outlook stabile.

S&P ha fatto notare che gli “investimenti nel settore privato e un’occupazione in aumento stanno spingendo la ripresa economica” italiana. Anche per questo si aspetta un Pil in rialzo dell’1,4% nel 2017, ben oltre il +0,9% calcolato in precedenza. Nel 2018 e 2019 prevede un’espansione in media dell’1,3%.

L’agenzia di rating sostiene che il governo di Paolo Gentiloni riuscirà a centrare quest’anno l’obiettivo di un deficit del 2,1% del Pil (se centrato, sarebbe il discesa per il terzo anno di fila): “Questo metterebbe l’alto debito pubblico italiano su una strada in discesa”. Si tratta di una cosa cara al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che a metà ottobre, da Washington, spiegò come sia “sempre stato un obiettivo del governo quello di mettere il debito su un sentiero in discesa”. Alla conclusione dei lavori autunnali del Fondo monetario internazionale, Padoan aveva aggiunto: “Il debito scenderà in misura significativa dall’anno prossimo e lo deve fare”.

S&P crede anche che la risoluzione delle crisi legate a Monte dei Paschi di Siena e delle due banche venete – Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza – “sostengano il miglioramento delle prospettive italiane” insieme “all’accelerazione” della cessione di crediti deteriorati. “Ulteriori progressi nel rafforzare il settore finanziario, attraverso per esempio le risoluzioni in corso sui Npl” potrebbero spingere S&P ad alzare ulteriormente il rating italiano. Ciò potrebbe succedere anche nel caso in cui il governo continui ad adottare riforme strutturali che spingono la crescita o se inizia ad abbassare il debito.

Un taglio del rating potrebbe invece arrivare “se la crescita dell’economia rallenta portando nuovamente la sua performance ben al di sotto di quella di altri Paesi con un rating simile”, si legge nel report di S&P. Il giudizio potrebbe risentirne negativamente anche nel caso in cui le partite correnti finissero in territorio negativo o se il consolidamento di bilancio dovesse fallire, “specialmente se le elezioni di inizio 2018 risultassero in un governo che abbandona l’impegno del governo attualmente in carica verso un consolidamento fiscale notevole”.

A24/Spa