Banche, Tajani alla Bce: su npl decide il Parlamento

"Non voglio conflitto ma burocrati non fanno le leggi"

OTT 15, 2017 -

Roma, 15 ott. (askanews) – “L’arbitro ha il compito di far rispettare le regole ai giocatori non di determinare la larghezza della porta”. Usa una metafora calcistica, in una intervista al Qn, Antonio Tajani per ribadire il concetto all’indomani della lettera di risposta del capo della Vigilanza Bce, Danièl Nouy, ai dubbi espressi sui nuovi requisiti per i crediti deteriorati delle banche. Il presidente del Parlamento europeo tiene il punto: “Ho posto un principio giuridico e politico: c’è un limite legislativo che non può essere varcato”. Frutto della discordia il cosiddetto ‘addendum’ al quadro regolatorio attuale che Francoforte ha proposto e che imporrebbe alle banche di coprire l’intera perdita potenziale sui nuovi Npl (crediti deteriorati) che emergono dal 1 gennaio 2018 entro due anni dal default o sette anni (per quelli con garanzie). Un impatto non banale sui bilanci delle banche. Da qui la levata di scudi trasversale, la puntualizzazione della Commissione europea e la lettera inviata da Tajani direttamente al numero uno di Francoforte, Mario Draghi.

“Nutro – spiega Tajani – il massimo rispetto verso la Bce ma tengo il punto: chiedo che vengano rispettati i confini di competenza. Non entro nel merito della correttezza della proposta, perché non è il mio compito, ma dico che c’è un limite oltre il quale la Vigilanza non può andare”.

“La signora Nouy – prosegue Tajani – verrà in Parlamento e si confronterà con la commissione Econ, competente per le questioni economiche e monetarie, alla quale girerò la lettera ricevuta e che farà rispettare le prerogative del Parlamento. Noi abbiamo il dovere di difendere il principio democratico: non è la burocrazia che fa le regole ma la politica, cioè i rappresentanti dei cittadini. Per questo sul tema degli Npl aspetto la proposta legislativa della Commissione europea, poi Parlamento e Consiglio decideranno se approvarla o meno”.

Per il presidente dell’assemblea Ue, “la consultazione è positiva ma il Parlamento deve essere pienamente coinvolto. E, in ogni caso, l’attività di vigilanza non può trasformarsi in attività legislativa. Il mio dovere è mettere un paletto. Se non difendo il principio democratico perché i cittadini dovrebbero affidarsi alle istituzioni europee? Per lo stesso motivo, difendo la centralità del Parlamento nella definizione delle riforme europee. Solo così avremo un’Europa più democratica. Non può essere un burocrate che impone la sua volontà al legislatore: la burocrazia è la macchina, la politica l’autista che indica la direzione. Altrimenti, poi, non chiediamoci perché i cittadini non vanno a votare. Non voglio nessun conflitto, voglio solo far rispettare le regole. Ho posto un problema giuridico, politico e di principio. Ora mi auguro un confronto sereno per arrivare a un chiarimento. Senza invasioni di campo”.