Bancha Etruria: Procura studia mosse della Vigilanza (stampa)

Ultimo filone di inchiesta potrebbe essere il più esplosivo

OTT 13, 2017 -

Roma, 13 ott. (askanews) – “L’ ultimo filone d’inchiesta su Banca Etruria, nato dalla denuncia di Consob che ipotizza a carico degli ex amministratori il reato di “falso in prospetto” per l’emissione di obbligazioni subordinate, potrebbe essere il più esplosivo”. Lo scrive il quotidiano La Repubblica.

“La procura di Arezzo sta acquisendo il carteggio tra i vertici della Popolare, Consob e Banca d’Italia nel 2012-13. Stando alle prime risultanze e ai documenti rinvenuti dagli avvocati difensori degli ex consiglieri, potrebbero esserci state lacune nella vigilanza. Se ciò venisse accertato, la storia di come furono piazzate ai piccoli risparmiatori le “rischiosissime” subordinate di Etruria (130 milioni nel 2013) andrebbe riscritta”, prosegue il quotidiano.

Il quotidiano ricorda che finora Consob e Bankitalia si sono difese, ma ci sono, “però, almeno due fatti che stridono con questa narrazione. Il primo: era stata la stessa Bankitalia a spingere Etruria alla ricapitalizzazione, anche se non fu specificato che dovesse avvenire con l’emissione di titoli. Il secondo: quando Etruria decise di scegliere la strada delle subordinate vendute ai clienti e non agli investitori istituzionali, gli uomini di Bankitalia erano negli uffici di Arezzo per l’ispezione durata mesi e che ne ha scoperto il dissesto.

I legali di sindaci ed ex amministratori non esecutivi di Etruria avrebbero trovato altri riscontri. Sono contenuti nel ricorso depositato alla Corte di Appello di Firenze contro le sanzioni Consob irrogate agli ex amministratori di Banca Etruria, nella quale si legge che “gli ispettori di Banca d’Italia tra il maggio e il luglio 2013 avevano visionato documentazione di Etruria in cui si specificava che le subordinate erano dichiarate a rischio medio”, e non a rischio alto come le condizioni finanziarie precarie in cui versava la Popolare dovevano consigliare”, è scritto nell’articolo.