Mps, caso Rossi: volano le carte. Duello Procura-Vecchi

A Siena la presentazione del libro sul "suicidio imperfetto"

OTT 12, 2017 -

Roma, 12 ott. (askanews) – Sulla morte di David Rossi, ex responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi, volano le carte. Un caso, per la seconda volta, archiviato come suicidio.

Nel giorno della presentazione, questa sera a Siena, del libro “Il caso David Rossi. Il suicidio imperfetto” scritto dal giornalista de Il Fatto, Davide Vecchi, la Procura di Siena con una mossa a sorpresa ha pubblicato sul proprio sito l’ordinanza di archiviazione redatta, lo scorso luglio, dal Gip Roberta Malavasi.

Una decisione, è scritto nella nota della Procura, presa per fornire “chiarimenti in merito alle asserite criticità ed anomalie dell’indagine relativa alla morte”.

In tutto 57 pagine che avviano, di fatto, il duello con le 167 del libro di Vecchi.

Questa mattina il quotidiano Il Fatto ha infatti riassunto alcuni stralci del libro di Vecchi, soffermandosi anche sulle due telefonate partite dal cellulare del Rossi e sul suo orologio caduto dall’alto con il dirigente del Monte che giaceva già sul selciato del Vicolo di Monte Pio.

Sono due degli argomenti dirimenti portati dai periti della famiglia Rossi che possono contribuire a spostare il pendolo dal suicidio all’omicidio.

Per il Gip nessuna telefonata partì dal cellulare del Rossi dopo la sua morte: numero in uscita 4099009. “Dagli accertamenti compiuti presso la Tim è risultato che le due chiamate afferivano in realtà alla fruizione del servizo S.O.S autoricarica fornita dal gestore” e “non costituisce effettiva conversazione tra il chiamante e il chiamato”.

Per il Gip nessun orologio è caduto dall’alto “non si apprezza alcun orologio in caduta, ma unicamente alcuni luccichii in corrispondenza del selciato del vicolo reso brillante dalla pioggia, simili ai molti altri che caratterizzano l’intero filmato”. Per l’ordinanza che “tali bagliori rappresentino un orologio è una pura congettura…. anche poco compatibile con la diversa posizione in cui fu pacificamente rinvenuta la cassa dell’orologio”.

Tra le considerazioni dei periti della famiglia e le conclusioni a cui giunge l’ordinanza, anch’essa supportata da perizie, c’è di mezzo il libro di Vecchi e in particolare uno degli stralci pubblicati oggi da il Fatto Quotidiano proprio sulla questione dell’orologio di Rossi.

“Quando dopo le 22 arriva anche la polizia scientifica per fare i rilievi fotografici, la cassa dell’orologio, caduta a metri di distanza dal cadavere, compare magicamente sopra la testa di Rossi. Agli atti sono allegate due foto che immortalano due posizioni diverse della cassa: la prima è inserita nelle immagini del medico legale e lo ritrae sul punto dove è caduto, sulla parete opposta a dove si trova il cadavere, la seconda invece – compiuta dalla scientifica e indicata come reperto numero “3” – lo mostra vicino a Rossi. Qualcuno l’ha spostato? Chi? E perché?”, scrive Il Fatto.